Questo pomeriggio, presso l’Istituto Gramsci Siciliano di Palermo, avrà luogo il seminario sul tema Donne, emigranti e canti nella Grande Guerra, a partire dal volume “Al caleidoscopio della Gran Guerra. Vetrini di donne, di canti e di emigranti (1914-1918)”, di Emilio Franzina (Cosmo Iannone editore, 2017).
Interverranno l’Autore, Ida Fazio e Matteo Di Figlia. Coordina Carlo Verri. Interessante l’indice della monografia di Franzina che, come ci descrive nella sua introduzione, si concentra in una ricerca storica (che insieme alle scienze umane sembra oggi versare in crisi) che affronta il “film” del Primo conflitto mondiale nella corrispondenza epistolare durante la Grande Guerra tra gli emigranti e gli italo discendenti dei più disparati Paesi di provenienza.
Concentrandosi, infine, su quelli argentini come pure su altre fonti di provenienza europea e d’America, con ricostruzioni e interpretazioni singolari che consentono all’Autore di proporre una “visione panoramica di alcuni fenomeni e di certi risvolti poco considerati dalla storiografia internazionale”.
Un caleidoscopio – è appropriato il riferimento al fantasmagorico susseguirsi di immagini – che consente al lettore di scorrere in sequenza emozioni e sguardi, accadimenti ed intrecci del conflitto mondiale del ‘15-‘18 del secolo scorso.
Ricordandoci lo stesso Mario Isnenghi che, sul punto, ha contribuito con il suo “La Grande guerra al caleidoscopio” (in Storia d’Italia. I fatti e le percezioni del Risorgimento alla società dello spettacolo, Laterza, 2011).
Ecco farsi avanti un primo caleidoscopio nel quale gli sguardi sono rivolti alle donne in guerra, ora in bilanci storiografici, poi nel ruolo di “cocottes”, quindi in menages informali e nel ruolo di nuove amanti di guarnigione, intese come “angeli di carne” per la causa di guerra.
C’è quindi spazio al patriottismo femminile, largamente saldo tra le classi borghesi e talvolta anche negli strati urbani popolari, fortemente risalente alla matrice risorgimentale dell’epoca piuttosto che ai “lasciti di precedenti militanze femministe”: il merito dell’investigazione della ricerca storica è anche qui reso possibile grazie agli archivi epistolari di famiglia, come quello d’una ventenne, fidanzata romana, al suo futuro marito artigliere, impegnato al fronte: ella si compiace del successo militare del suo amato e dei suoi baldi commilitoni. E, dopo Caporetto, manifesta sincero rammarico per l’evento bellico.
Si prosegue con il ruolo delle donne nel loro insegnamento, al ciclo d’istruzione elementare, davanti alla guerra e sull’apoteosi dell’amore carnale, con riferimenti a Marinetti e alle donne futuriste. Ma c’è ancora tanto altro nella monografia di Emilio Franzina.
L’Autore passa in rassegna i canti e i suoni del ’14-’18, i canti contro la guerra, gli inni ufficiali e gli adagi popolari. Per proseguire con la grande guerra degli emigranti, scandagliando statistiche, partenze e disertori. Sui motivi dell’arruolamento “volontario” degli emigranti “americani”, in una guerra “lontana”, sembra aver fatto presa la propaganda nazionalista, facendo partire da ogni dove, anche sperduto e geograficamente minore dell’America immigratoria, tanti giovani italo discendenti.
Per molti dei quali, morti in battaglia, gli innumerevoli necrologi faranno da mesta cornice dei rispettivi mestieri e di alcuni caratteri individuali. Appuntamento alle 17, 30 ai Cantieri Culturali alla Zisa.
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