Monta la protesta degli agricoltori siciliani. Nel giorno della mobilitazione nazionale, lavoratori ed imprenditori del settore primario sono tornati a farsi sentire. O per meglio dire, rievocando lo slogan delle proteste isolane, “ad alzare la voce”. Da Palermo a Sciacca, da Marianopoli ad Enna. Si registrano presidi in tutta l’Isola.
Gli agricoltori siciliani: “Sindacati e politici ci hanno tradito”
A guidare la protesta nel capoluogo siciliano tenuta questa mattina in Prefettura è Franco Calderone, imprenditore del settore primario e già organizzatore del presidio sulla Palermo-Agrigento qualche settimana fà. L’esponente degli agricoltori non lesina critiche, puntando il dito in particolare contro chi, a suo giudizio, avrebbe dovuto difendere il settore primario e non lo ha fatto. “I sindacati non ci hanno difesi e non ci hanno mai ascoltati con attenzione. È chiaro che da noi devono stare distanti. Per loro siamo soltanto un cassetto dal quale prendere i soldi che paghiamo per apertura e chiusura dei fascicoli e basta. Se siamo arrivati a questo punto, è chiaro che qualcuno ha fallito, ovvero politica e sindacati“.
L’attacco all’Unione Europea
Mobilitazioni che si stanno moltiplicando anche nel resto d’Italia. Presidi si sono registrati a Frosinone, Latina, Torino, Pescara, Reggio Emilia, Noci (Puglia), ma anche a Bologna, Firenze, Milano, Roma, Caserta e Napoli. Insomma, un fronte unitario al quale si aggregano anche le realtà dell’Isola e che contesta in particolare l’impatto delle politiche dell’Unione Europea sul settore agro-alimentare. “Le politiche europee sono quelle che hanno devastato il mondo del lavoro – attacca Franco Calderone -. Sono quelle che hanno tenuto conto dell’utile di pochi contro l’interesse dei molti. Hanno favorito le multinazionali a danno dei piccoli imprenditori, commercianti ed artigiani. Alla fine il risultato è la chiusura e la perdita di posti di lavoro. Un dato su tutti. Le sole partite IVA agricole in Sicilia sono 120.000. Un numero spropositato di aziende che danno lavoro a molte più persone. Si sta restringendo quel bacino di imprese che hanno dato lavoro per tutta una serie di politiche europee folli e scriteriate”.
La crisi del settore agricolo
Crisi che in Italia, a giudizio dell’imprenditore agricolo, sta mietendo numerose vittime. “Le imprese sono tutte in perdita. Molte stanno chiudendo. Stamattina mi è arrivato il messaggio di un imprenditore veneto che proprio oggi stava portando i libri in Tribunale. Parliamo di un’azienda in cui lavoravano settanta operai. Se le imprese non funzionano, non si dà lavoro alla gente”. Non manca poi il riferimento ad un altro problema che affligge il settore agricolo e non solo, l’emigrazione giovanile di massa. “La protesta non coinvolge solo gli agricoltori, bensì anche le famiglie, le imprese e le famiglie. Noi stiamo attenzionando il territorio e la salute della gente, non escludendo il problema dell’emigrazione di massa dei giovani. Centinaia di migliaia di persone se ne sono andate negli ultimi anni. Un problema economico e sociale c’è”.
Le proteste in Sicilia
Con riguardo alla Sicilia, si registra il sit-in previsto presso la Prefettura di Palermo. La manifestazione doveva iniziare alle 8, per poi proseguire durante l’intero arco della mattinata. I manifestanti sono arrivati intorno alle 9.45 a causa di problemi nell’autorizzazione della presenza di un trattore. Intanto, sono in programma presidi a Marianopoli (CL) e ad Enna. Un corteo di agricoltori con trattori al seguito si sta radunando in quel di Sciacca (TP). Proteste che proseguiranno anche durante la settimana. I manifestanti hanno infatti annunciato per mercoledì un nuovo corteo in provincia di Trapani, mentre giovedì toccherà al territorio di Agrigento.
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