Basta al grano importato dall’estero e trattato con il glifosato. Questo chiedono in sintesi gli agricoltori siciliani che si sono costituiti sotto la sigla “La Sicilia alza la voce“. Lavoratori ed imprenditori del settore primario isolano hanno tenuto questa mattina una conferenza stampa presso Villa Costantino, a Palermo, per parlare dei rischi e dei pericoli per la qualità del prodotto consumato sulle tavole dei siciliani. Durante il confronto con i giornalisti, in sala fanno capolino i prodotti tipici siciliani e gli strumenti utilizzati nella coltivazione del grano. Al microfono, piovono critiche sulle incoerenze del mercato e della politica europea.

Gli agricoltori: “Non applicate il trattato con il Canada”

Come è noto, il grano canadese ma anche di altri paesi dell’Est Europa (Ucraina e Russia su tutti) viene trattato con il glifosato, una sostanza che ne accelera l’essicazione, aumentando il processo di produzione. Agente chimico proibito in Italia, ma la cui importazione è consentita in virtù dell’applicazione del CETA ( acronimo che sta per Comprehensive Economic and Trade Agreement). Un accordo globale sottoscritto fra Canada ed Unione Europea  che prevede, fra le altre cose, lo scambio di beni e prodotti di consumo. Accordo sul quale si attende ancora la ratifica del Parlamento Europeo, ma che viene applicato in deroga.

Fatto che non sta bene agli agricoltori, i quali chiedono una presa di posizione al Governo nazionale e al presidente della Regione Renato Schifani. Chiediamo di vietare in Sicilia l’importazione di prodotti che non abbiamo i nostri standard qualitativi – ha dichiarato oggi Franco Calderone, rappresentante del movimento “La Sicilia alza la voce” -. Il CETA, il trattato che permette l’importazione del grano canadese, non è ratificato. E’ applicato in deroga. Non lo applicate. E’ un problema che la politica deve affrontare nel suo insieme”.

“Tutelare il prodotto siciliano”

Una battaglia per la tutela del principio di concorrenza leale ma anche e soprattutto per garantire maggiore qualità ai consumatori siciliani. “Nell’Isola viene importanto un grano proveniente dall’estero, in particolare canadese ed ucraino, ottenuto con l’utilizzo del glifosato. Possibile che dobbiamo importare questo tipo di prodotti? Possibile che dobbiamo avvelenare la gente e che questi prodotti debbano venire a fare concorrenza ai nostri prodotti, essicati alla vecchia maniera. Ieri vendevamo il grano a 500 lire. Oggi si vende a 25 centesimi. Il problema è dei consumatori”. Poi Calderone muove un quesito sul mercato interno. “Faccio una domanda specifica. Visto che noi, da quando abbiamo iniziato le proteste, non abbiamo più venduto un chicco di grano a nessuno, i consumatori oggi cosa stanno mangiando? E’ una domanda sostanziale“.

I rischi del glifosato

Consumo di grano importato che, secondo l’agronomo Giovanni Palma, comporterebbe sostanziali rischi per la salute. “Dal punto di vista normativo, è chiaro che il grano canadese rispetta i parametri autorizzati dall’UE. Nonostante in Italia non venga consentito l’uso di glifosato, l’Unione Europea permette l’importanza di grano trattato con questo agente chimico. La comunità scientifica ha lanciato l’allarme sull’impatto del glifosato sui bambini. E’ un prodotto che si trova in tutti i prodotti d’importanza. Dopo decenni, si verifica un accumulo di questa sostanza con tutte le conseguenze che comporta. Un’alimentazione di questo tipo è degenerativa negli anni, nei bambini ma anche negli adulti.

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