Dal nord a sud sono centinaia i gruppi di agricoltori che si stanno organizzando per dare il via alla mobilitazione nazionale a oltranza programmata per lunedì 22 gennaio 2024.
La protesta dei trattori dalla Germania si estende alla Sicilia. Gli agricoltori si sono radunati a Poggioreale, Trapani, nel corso della mattinata di sabato 20 gennaio per poi dar vita ad un corteo con i loro mezzi lungo la SS624 Palermo-Sciacca.
“Stiamo seguendo con molta attenzione in queste ore l’evoluzione della protesta, è in corso di approfondimento da parte delle nostre Unioni Territoriali la protesta in particolare in Sicilia, la produzione agricola è in profonda crisi la concorrenza dall’estero è diventata insostenibile, gli agricoltori sono in grande sofferenza i ricavi sono inferiori alle spese sostenute e la politica europea ha totalmente penalizzato gli imprenditori agricoli, ci auspichiamo che sia una protesta civile nel rispetto delle regole, con presidi regolamenti e preavvisati, esprimiamo agli agricoltori la nostra solidarietà per il momento di grande difficoltà che orami dura da fin troppo tempo non adeguatamente affrontato dagli organismi competenti”. A dichiararlo sono i Segretari Territoriali della UGL delle Unioni Territoriali di Palermo e Trapani, Claudio Marchesini e Mario Parrinello.
Una protesta che i manifestanti racchiudono in cinque punti focali. Fra i motivi di dissenso vi sono: “le politiche dell’UE, dell’Italia e della Regione Siciliana che favoriscono la vendita di prodotti non salubri a danno di quelli siciliani; la mancanza di misure concrete a sostegno dell’agricoltura e dell’allevamento, schiacciati da costi di produzione schizzati alle stelle; la svendita dei terreni alle multinazionali dell’energia; l’inserimento di carne sintetica, cibo preparato nei laboratori e di tutti quei prodotti alimentari che, a differenza dei prodotti siciliani, sono nocivi per la salute; lo spopolamento della Sicilia a causa della continua emigrazione di giovani”
Elementi sui quali gli agricoltori hanno manifestato una dura presa di posizione. “Non c’è più tempo per aspettare, dobbiamo agire adesso per far capire ai politici regionali e nazionali che il settore agricolo siciliano è al collasso. Siamo stanchi dei falsi proclami, delle belle promesse fatte solo a voce, adesso vogliamo i fatti. Rivendichiamo la tutela del mercato locale, per garantire cibo sano per i siciliani e per la sopravvivenza di un settore che permette di portare il pane in tavola a decine di migliaia di famiglie in tutta l’isola”, afferma Lorenzo Giocondo, agricoltore locale. Parole a cui si associa anche il giovane collega agricolo Flavio La Bruna. “Il settore agricolo è in ginocchio, costringendo molti a vendere le proprie terre e i giovani ad emigrare all’estero. Pretendiamo investimenti su questo settore, cuore strategico per la Sicilia”. Quella di oggi non sarà l’ultima protesta degli agricoltori. E’ già stato annunciato per lunedì 22 gennaio un sit-in di protesta presso la Prefettura di Palermo.