Il settore primario siciliano si unisce in un’unica grande manifestazione. Agricoltori, pescatori ed allevatori scenderanno insieme in piazza il prossimo 20 marzo a Palermo. Una protesta annunciata sui social e che dà seguito alle mobilitazioni e agli appelli rivolti invano al mondo politico ed istituzionale da inizio anno.
Ad annunciare la protesta una locandina che sta già facendo il giro dei social network e dei muri online di riferimento delle categorie interessate. Secondo quanto riportato, il gruppo di lavoratori ed imprenditori si radunerà a piazza Marina, cuore del centro storico di Palermo, intorno alle 10. Dopodichè, il corteo procederà verso piazza Indipendenza, sede della presidenza della Regione Siciliana. Questa rappresenterebbe la prima mobilitazione cittadina all’interno del capoluogo siciliano condotta dagli esponenti del settore primario. In precedenza infatti si sono registrati soltanto sit-in condotti da esponenti del mondo politico d’opposizione che nulla hanno a che fare con il fronte più duro della protesta, il quale ha sempre preso le distanze in passato da simili iniziative.
Quella del 20 marzo non è sicuramente la prima protesta del fronte degli agricoltori e degli allevatori. Già da inizio anno infatti lavoratori ed imprenditori hanno più volte esposto il proprio dissenso rispetto alle politiche europee e nazionali sul tema del settore primario e sulla tutela del made in Sicily. Un fronte partito a gennaio con le prime iniziative in provincia di Palermo e di Trapani, per poi diffondersi in tutto il territorio isolano. Le ultime mobilitazioni hanno coinvolto il porto di Pozzallo, dove sono stati fermati dei camion che trasportavano grano canadese, e lo svincolo di Resuttano della A19 Palermo-Catania. Protesta quest’ultima dalla quale fu annunciata una futura mobilitazione in quel di Palermo. Fatto che trova conferma nel presidio indetto per il prossimo 20 marzo.
L’elemento di novità è però il coinvolgimento dei pescatori, categoria del settore primario che sta soffrendo le notevoli limitazioni burocratiche imposte a livello europeo. Un disagio testimoniato a BlogSicilia da Bernardo, pescatore dell’Arenella che opera da decenni nel porticciolo della borgata della settima Circoscrizione. “Bisogna fermare le importazioni, anche alla luce degli accordi con i paesi del Nord Africa. Prima con la licenza di pesca, si andava a pescare. Oggi è tutto diverso. Avevo una barca grossa. Ho dovuto svendere tutto perchè non potevo mantenere il personale e i costi di gestione. Il tonno nasce nel Mediterraneo. Perchè non lo devo pescare? Perchè i consumatori devono mangiare quello di bassa qualità? La verità è che la Sicilia non ha più niente in mano”.