I carabinieri della compagnia di Cefalù hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Termini Imerese, su richiesta della procura, nei confronti di due fratelli di 39 e 35 anni, di origine balcanica accusati a vario titolo di lesioni personali aggravate, violazione di domicilio e minaccia. Le indagini sono scattate dopo una lite tra i due indagati e un 40enne loro connazionale in un bar a Campofelice di Roccella scoppiata una sera ad inizio del mese di aprile.
Il raid punitivo
In poco tempo i militari sono riusciti a risalire agli autori del raid che dopo un diverbio hanno organizzato una spedizione punitiva. Gli indagati infatti, avrebbero rintracciato la vittima e l’hanno aggredita nel suo appartamento con calci e pugni sotto gli occhi inermi della moglie e del figlio minore. I due sono stati portati nel carcere Burrafato di Termini Imerese.
L’aggressione a Catania
Nel corso dei servizi di controllo del territorio, gli agenti delle Volanti della Questura di Catania sono intervenuti al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Marco, dove si è presentata una donna con delle ferite da arma da taglio. Sul posto gli agenti hanno subito accertato la presenza della vittima, una 23enne catanese, che aveva riportato, come riscontrato dai medici che l’hanno visitata, delle ferite da arma da taglio ai bicipiti destro e sinistro, oltre a varie ferite all’avambraccio destro e al basso ventre.
Tuttavia, mentre i poliziotti stavano parlando con la vittima per cercare di comprendere quanto accaduto, è giunta alla Sala Operativa della Questura la telefonata di una donna che ha dichiarato che la donna ferita era sua sorella e di essere stata lei, al culmine di una violenta lite, l’autrice dell’accoltellamento e di aver subito dopo buttato il coltello in un’aiuola. A quel punto altre pattuglie sono intervenute presso l’abitazione di quest’ultima, una 47enne catanese, che è stata immediatamente bloccata.
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