“Altra aggressione ai danni di personale sanitario e danneggiamento di beni del nosocomio: l’ennesimo episodio, ultimo di una lunga serie, si è consumato domenica alle 23 circa all’ospedale Villa Sofia di Palermo”.
La denuncia è di Giuseppe Bonsignore segretario aziendale del sindacato Cimo.
“Questa volta a farne le spese – aggiunge il rappresentante sindacale – sono stati un medico radiologo e una donna, tecnico di radiologia medica, insultati e strattonati da un vero e proprio esercito di parenti inferociti di un paziente, un uomo di circa 60 anni, che stava per eseguire un esame di risonanza magnetica in urgenza a seguito di una crisi lipotimica e che aveva già eseguita una Tac della testa risultata negativa”.
Una ventina di persone si sono introdotte nei locali della radiologia nella sala di risonanza magnetica, locali privi di sistemi di videosorveglianza e ai quali si riesce purtroppo ad accedere fin troppo facilmente, mancando accessi di sicurezza. “Il paziente era già stato accolto presso la struttura e il tecnico di radiologia in servizio stava compilando il questionario relativo alla sicurezza del paziente stesso, chiedendo alla moglie eventuali controindicazioni alla esecuzione dell’esame, potenzialmente molto pericolosi e quindi ineludibili – aggiunge il sindacalista – La procedura, di per sé rapida, è stata però interrotta da alcuni scalmanati, qualificatisi come figli del paziente, che hanno cominciato a inveire nei confronti del tecnico di radiologia, giudicando invece una perdita di tempo la raccolta anamnestica da parte del personale sanitario.
Agli insulti sono seguiti gli spintoni, anche nei confronti del medico intervenuto per sedare gli animi, e successivamente lo sfondamento della porta in vetro di accesso alla sala di risonanza magnetica che è stata divelta per introdurre a forza e pericolosamente la barella in metallo”. Solo l’arrivo dei carabinieri, chiamati dal personale in servizio, è riuscito a riportare la situazione quasi alla normalità e, come sempre accade in questi casi, gli autori dell’aggressione si sono dileguati lasciando le donne ad autoaccusarsi e a prendersi la colpa dell’accaduto.
Il paziente alla fine dell’esame diagnostico (che non ha evidenziato il paventato ictus cerebrale) è stato ricoverato in Neurologia, Reparto da cui la prestazione era stata richiesta più per le minacciose pressioni dei parenti che per vera e propria necessità.
“Gli autori dell’aggressione – prosegue il sindacalista – che avrebbe potuto avere conseguenze assai peggiori se non fosse stato per il sangue freddo del personale della Radiologia e per l’intercessione delle donne del branco, si aggirano quindi liberamente ancora adesso per i viali dell’Ospedale, al riparo da qualsiasi ripercussione di ordine legale, dal momento che si sono premurati di andare a nascondersi dietro le gonne di mogli e sorelle.
Ma la di là dell’impunibilità di questi personaggi, resta ancora insoluto il problema della sicurezza nei nostri ospedali, dove il personale è sempre in balia di autentici delinquenti, impossibili da fermare quando arrivano in massa e dilagano ovunque.
La conclusione della vicenda è il danneggiamento di due porte della Radiologia e, in atto, l’impossibilità ad eseguire esami di Risonanza Magnetica a pazienti barellati, vista l’inabilità della porta scorrevole danneggiata. Siamo quindi in presenza anche di una parziale interruzione di pubblico servizio da parte di questi signori che andrebbero perseguiti anche e soprattutto per questa ragione.
Di ieri, la notizia di una aggressione ai danni di un Medico Radiologo e di un Tecnico di Radiologia, avvenuta nei locali di radiologia dell’Ospedale Villa Sofia di Palermo, un vero e proprio piccolo esercito di parenti avrebbe aggredito il personale del nosocomio palermitano a causa di una risonanza magnetica da eseguire ad un loro parente, gli aggressori all’arrivo delle forze dell’ordine si sarebbero dileguati lasciando sul posto le mogli a auto accusarsi.
“Ci associamo al Cimo nell’esprimere la nostra solidarietà al medico ed al tecnico ingiustamente aggrediti ieri sera, ma nel contempo chiediamo con forza al Direttore Generale degli Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello, Walter Messina, di destinare più fondi per la sicurezza all’interno dell’ospedale, pare infatti che i luoghi coinvolti nell’aggressione fossero sprovvisti di impianto di video sorveglianza e di ingressi di sicurezza, troppi appelli e comunicati abbiamo dovuto fare per la sicurezza di tutto gli ospedali siciliani, è ora di addivenire ad una soluzione concreta e duratura del problema sicurezza”, così dichiarano Domenico Amato, Segretario Regionale Confintesa Sanità Sicilia e Renato Agugliaro, Segretario Provinciale Confintesa UGS Medici Palermo.
Nel pomeriggio arriva anche al ricostruzione ufficiale dell’azienda ospedaliera che segue di qualche ora la presa di posizione forte dell’assessore alla Salute Ruggero Razza
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