Un agente della polizia penitenziaria di Palermo si è tolto la vita nel carcere Ucciardone. Aveva appena terminato il turno ed è stato trovato senza vita. A scoprire il corpo dell’agente un collega che doveva dargli il cambio nella garitta durante il turno di sentinella. A dare notizia i sindacati Consipe e Uilpa.
“In questo momento di dolore – dicono Mimmo Nicotra, presidente della confederazione sindacati penitenziari e Gennarino De Fazio segretario generale Uilpa – il suo profondo rammarico per l’incidente, sottolineando come questi tragici eventi sollevino dubbi su se le situazioni personali e familiari o lo stress lavorativo a cui sono sottoposti i poliziotti penitenziari possano contribuire a tali fatti. In questo momento di dolore, i nostri pensieri vanno a tutti coloro che sono stati colpiti da questa perdita. Continueremo a seguire da vicino gli sviluppi dell’indagine”.
E’ il settimo agente che si è tolto la vita e 61 i suicidi fra i detenuti dall’inizio dell’anno. “Sappiamo bene che a provocare un gesto estremo come il suicidio contribuiscono una serie di concause, ma ciò che si sta verificando con un’incidenza senza precedenti non può non derivare direttamente anche da ragioni connesse al lavoro prestato. Per questo per noi si tratta di morti in servizio e per servizio”, aggiunge il segretario della Uilpa. Quello dei suicidi nelle forze dell’ordine e, particolarmente, nel Corpo di polizia penitenziaria, è un fenomeno che necessita di essere investigato compiutamente e affrontato concretamente. Peraltro, non riteniamo affatto sufficienti le iniziative e i supporti, anche di natura psicologica, finalizzati a intercettare a valle il disagio, ma reputiamo indispensabili e non più rinviabili interventi a monte che lo prevengano”. Ciò si può realizzare, ‘umanizzando’ le condizioni di lavoro anche attraverso il rispetto dei diritti e delle prerogative contrattuali, che rappresentano una vera e propria chimera per la gran parte degli appartenenti alla Polizia penitenziaria, e con l’efficientamento del fallimentare sistema d’esecuzione penale, in particolare inframurario, anche per prevenire disorientanti fenomeni di dissonanza cognitiva. Saremmo peraltro molto curiosi di sapere cosa ne è stato dell’Osservatorio permanente interforze sui suicidi tra gli appartenenti alle forze di polizia costituito dall’allora Capo della Polizia Gabrielli nel febbraio 2019, ma di cui non abbiamo avuto alcuna ulteriore notizia”, aggiunge il dirigente sindacale.
“Ci stringiamo costernati attorno al dolore della famiglia del collega tragicamente scomparso. Nondimeno, invochiamo nuovamente misure urgenti da parte del Governo che, prendendo atto dell’emergenza complessiva, possano mettere in sicurezza carceri che ospitano oltre 14.500mila detenuti in più rispetto ai posti disponibili con 18mila unità di Polizia penitenziaria in meno rispetto al fabbisogno”, conclude De Fazio.
“Con il suicidio dell’agente di polizia penitenziaria in servizio nel carcere Ucciardone di Palermo sale a sette il numero di agenti che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno e a 23 il numero degli ultimi te anni. Mai così tanti a riprova del gravissimo malessere psichico che vive il Corpo in questa fase drammatica di emergenza dei penitenziari”. Così Aldo Di Giacomo segretario generale del
Sindacato Polizia Penitenziaria che aggiunge: “il suicidio è così diffuso tra gli appartenenti a tutte le forze dell’ordine e il numero di agenti di polizia morti per suicidio è più del triplo rispetto a quelli feriti a morte nell’esercizio delle loro funzioni di contrasto alla criminalità. Una forte componente è connessa allo stress psico-fisico in moltissimi casi. E tra le molteplici cause, emerge proprio lo stress intenso cui le forze dell’ordine sono esposte quotidianamente, specie nelle carceri dove il personale in questi primi sette mesi ha subito 2500 aggressioni con le carceri campane al primo posto, seguite da quelle lombarde e laziali. Anche le malattie professionali correlate allo stress lavorativo sono in aumento del 120%. Sulla prevenzione della salute sul posto di lavoro e per il supporto psicologico non si fa nulla. In Italia abbiamo delle grandi difficoltà, primo fra tutte non si indaga sui suicidi tra le forze dell’ordine. Noi abbiamo da tempo chiesto di avere chiarezza su queste morti, perché è giusto che venga data una risposta in tempi rapidi, anche perché se si continua così a nascondere sempre il problema, tutte queste morti non avranno mai una risposta. È una situazione intollerabile che ci angoscia profondamente con il pensiero rivolto alle famiglie dei nostri colleghi”.