“Una situazione grave, che perdura da tempo e che ha portato all’aggressione dell’ispettore capo in servizio presso il carcere Pagliarelli. Fatti, però, che non possono non ricollegarsi alle gravi disattenzioni del governo nazionale che non ascolta le indicazioni che pervengono dai sindacati di polizia penitenziaria”.  Lo ha detto Giovanni Assenzio, segretario provinciale Uil Polizia Palermo, intervenuto a seguito dell’ennesimo grave episodio che si è verificato all’interno della Casa circondariale Antonio Lo Russo.

La solidarietà del sindacato

La Uil Polizia Palermo esprime la massima solidarietà e vicinanza sia all’ispettore ferito che ai colleghi tutti del Pagliarelli che ogni giorno, come in altri Istituti, devono far fronte a situazioni insostenibili create dalla sproporzione esistente tra il numero degli agenti di polizia penitenziaria e la sovraffollata popolazione carceraria: nel caso specifico un solo operatore contro 50 detenuti. Peraltro il grave fatto ora occorso sarebbe ricollegabile a detenuti extraregionali gravati da pene importati, che avrebbero ostacolato già nei giorni scorsi, le perquisizioni delle celle attuando finanche tentativi di incendio. Un clima non più sopportabile che stride con i recenti provvedimenti del governo nazionale che ha annunciato nuove assunzioni in realtà in buona parte indirizzate al rimpiazzo di migliaia di pensionamenti.

Appello al governo

“Il governo nazionale non ha ascoltato gli appelli dei sindacati, sia sul numero inadatto degli operatori di polizia ma anche, per il Pagliarelli, al trasferimento della sezione coinvolta nei recenti disordini, del tutto incompatibile con la vocazione del carcere palermitano. Cosa sarebbe successo – ha concluso Assenzio – se il detenuto che si è reso responsabile dell’aggressione, riusciva a prelevare le chiavi dell’ispettore sommerso da calci e pungi? “.

Agente penitenziario ferito dai detenuti al Pagliarelli

“Cinque giorni di prognosi ha avuto il collega ferito dai detenuti rispetto alla sezione di reclusione del carcere Lorusso di Pagliarelli. Il collega era da solo con 50 detenuti, quindi la differenza numerica ha fatto la differenza. I detenuti che hanno colpito il collega sono reclusi di alta sicurezza tre sono campani, pugliesi, calabresi e qualche siciliano”. Lo dichiara Gioacchino Veneziano segretario regionale Uilpa Sicilia.

Le critiche del sindacato

“Questa sezione è stata istituita per volere del dipartimento contro le indicazioni della direzione che non era pronta per poter accogliere questa tipologia di tenuti tra cui ci sono anche degli ergastolani – dice Veneziano -. Gli stessi detenuti pretendevano l’apertura delle celle e la cancellazione dei rapporti disciplinari perché molti di questi erano stati promotori della protesta del 9-10 di agosto”.

Personale costretto a turni massacranti

“Il personale è costretto a fare anche 12-18 ore di servizio insieme al comandante per poter rispondere ad eventuali altre azioni violente che possono accadere al Pagliarelli, dove ricordiamo sono rinchiusi più di 1400 detenuti – aggiunge Veneziano – Siamo consapevoli che questa detenzione non può andare avanti e quindi siamo dell’idea che questi soggetti devono stare rinchiusi in carceri particolari speciali per evitare altre azioni violente nei confronti del personale. Duole registrare il fatto che l’amministrazione, il ministero, cerca di minimizzare tutte queste azioni violente che ci sono dentro le carceri, perché non è corretto mettere la testa sotto la sabbia, i problemi all’interno delle carceri sono all’ordine del giorno in tutta Italia e non è che nascondendo la verità si risolvono. Serve un piano di assunzione straordinario, come abbiamo detto sempre come e soprattutto anche deflazionare la presenza dei detenuti nelle carceri, perché la differenza numerica tra popolazione detenuta e personale di polizia penitenziaria fa scaturire queste situazioni”.

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