Aumenti si, ma ridotti rispetto alle previsioni della vigilia. Via libera dal Consiglio Comunale agli aumenti sull’addizionale Irpef. Incrementi che accompagneranno le tasche dei cittadini palermitani dal 2023 fino al 2031. Ventuno i favorevoli, undici contrari ed un solo astenuto. Questo l’esito della votazione al termine di una seduta contraddistinta da diversi momenti di tensione e da un paio di sospensioni messe in campo dal presidente pro-tempore Giuseppe Mancuso.

Passa l’emendamento della maggioranza

Fra i più accessi il capogruppo di Fratelli d’Italia Giuseppe Milazzo, ovvero il proponente principale del secondo emendamento. Modifica che ha rivoluzionato l’atto, ricomprendendo in extremis un contributo straordinario di 40 milioni di euro, giunto dal Governo Nazionale e pubblicato proprio in questi giorni in Gazzetta Ufficiale. Fondo servito a diminuire gli aumenti delle annualità relative al periodo fra il 2026 e al 2027. Due delle principali voci del salasso necessario a sostenere l’accordo con lo Stato sono state quindi ridotte, non senza polemiche. Tanti gli interventi critici da parte delle opposizioni, ma che non hanno trovato seguito in aula, con il respingimento del subemendamento proposto dal M5S che mirava invece da azzerrare gli incrementi nel periodo fra il 2024 e il 2025.

Stesso destino inoltre per gli altri due emendamenti presentati sull’atto. Il primo, a firma Forello, Argiroffi e Carmelo Miceli, aveva perfino avuto i pareri favorevoli dagli uffici. Tuttavia, non c’è stata convergenza d’aula sull’atto. A spiegarne il motivo è stato il capogruppo di Fratelli d’Italia Giuseppe Milazzo, in un intervento a margine della fase di voto. “Dobbiamo rispondere a ragioni di carattere politico. I pareri favorevoli certificano soltanto che l’emendamento è stato scritto bene, non che sia la scelta giusta da prendere. Quelle sono valutazioni che deve fare la politica”. Parole a cui è seguita, come sopra ricordato, la fumata nera di Sala delle Lapidi. Copione uguale anche per il terzo emendamento, a firma Di Gangi ed altri, che mirava ad introdurre una fascia d’esenzione fino a 12.000 euro all’interno delle previsioni dell’atto. Proposta di modifica sulla quale si era registrata il parere contrario degli uffici, per ragioni legate al gettito finale da ascrivere a bilancio.

Gli aumenti dell’Irpef

Un salasso il cui conto ricadrà sulle tasche dei palermitani, anche se con un minore impatto rispetto a quanto previsto nel precedente piano dell’Amministrazione guidata da Leoluca Orlando. Saranno soltanto 8,7, si fa per dire, i milioni di euro di aumenti per l’annualità 2023. Incrementi parzialmente compensati dagli ulteriori 760.000 euro inseriti nell’atto per l’annualità 2023 con un emendamento a prima firma Milazzo. Gli aumenti ci saranno però anche negli anni a seguire. Una crescita dell’Irpef che continuerà arrivando a 12,6 milioni per le annualità 2024 e 2025.

I principali miglioramenti si registrano sulle annualità 2026 e 2027. Con il subemendanto a prima firma Milazzo e sottoscritto dai capigruppo della maggioranza, si passa dai 38,2 milioni di euro previsti per il 2026, si scende a 14,5 milioni di euro. Mentre, con riferimento al 2027, si passa dai preventivati 37,2 milioni di euro ai 28,7 milioni di euro approvati nella delibera. Tutto invariato, invece, dal 2028 fino al 2031, ultimo anno disciplinato dalla delibera, con una media di aumenti che si aggira intorno ai 35 milioni di euro. Un salasso calmierato ma che comunque rimane, in attesa che da Roma arrivino altri aiuti nei prossimi anni.

La Piana “A Palermo aumenta senza esenzioni per fasce deboli”

“Avevamo espresso molte perplessità un mese fa sull’ipotesi di aumento dell’addizionale Irpef, senza che si tenesse conto dei redditi bassi per escluderli dall’aumento dallo 0,8% del 2022 allo 0,938% nel 2023 e da quelli progressivi fino al 2031. Purtroppo la delibera approvata oggi non tiene così conto delle difficoltà di tante famiglie che non ce la fanno più ad affrontare il caro vita che sta erodendo stipendi e pensioni. Un aumento in questo momento su chi percepisce di meno è una batosta, non aver considerato l’esenzione per le fasce deboli produrrà una onda d’urto insopportabile per il nostro tessuto economico e sociale”. Cosi Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani interviene sull’aumento dell’addizionale Irpef a Palermo, approvato oggi in Consiglio comunale.

“Bastava inserire, come avevamo detto, elementi correttivi come la progressività e quindi l’adozione degli scaglioni di reddito per non gravare troppo su chi proprio non ce la fa più, questo vuol dire metter mano alle tasche di tutti i cittadini e alcuni di loro ormai vivono in emergenza, perché nel nostro territorio la povertà è in aumento e il potere di acquisto si assottiglia, la situazione rischia di diventare insostenibile”.  La Piana conclude “ci auguriamo che l’amministrazione intensifichi la lotta alla evasione fiscale per stanare i tanti ‘furbetti’ perché non si può continuare ad attingere sempre e solo risorse da lavoratori e pensionati che stentano ad arrivare a fine mese”.

Ridulfo, “Scelte unilaterali, che gravano sul ceto più debole e fragile”

“Continua a mancare il confronto con le forze sociali della città. Il sindaco Lagalla si assuma la responsabilità di un aumento dell’Irpef che, sia pur limitato e spalmato negli anni, graverà proporzionalmente sui ceti più fragili e deboli della nostra città, sui giovani, sui disoccupati. L’amministrazione sceglie ancora una volta di agire senza aprire nessun confronto. Temiamo anche nel prossimo bilancio l’assunzione di scelte unilaterali dello stesso tenore, senza confronto con le forze sociali e produttive della società e senza quindi la volontà di tenere in considerazione le difficoltà vissute dai cittadini e dal mondo del lavoro in un contesto sociale sempre più pesante”. Lo dichiara il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo a proposito dell’aumento dell’addizionale Irpef, votato dal consiglio comunale.

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