Non ci saranno le primarie per l’elezione della nuova segreteria regionale del Pd in Sicilia. Fra urla e insulti a colpi di “vergognati” e “vergognatevi” all’indirizzo del segretario organizzativo nazionale ma anche del segretario regionale del partito passa a maggioranza il regolamento che esclude il ricorso proprio alle primarie. Sono 169 i voti a favore della linea del segretario Barbagallo mentre l’opposizione interna appare risibile da un punto di vista numerico: sono 4 i voti contrari e 4 gli astenuti. L’assemblea regionale del partito si è svolta in un grande albergo palermitano e serviva proprio ad approvare le regole di ingaggio.

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Assemblea con la presenza del segretario organizzativo nazionale

All’Assemblea ha preso parte il responsabile Organizzazione del Pd nazionale, Igor Taruffi. Era proprio lui in destinatario delle prima urla di “vergognati”. La sua presenza è stata interpretata dall’opposizione interna come una sorta di “commissariamento” dei dissidenti.

Tensioni che replicano quelle avvenute a livello provinciale

Tensioni e risultato ottenuto replicano quanto già avvenuto anche a livello provinciale. Il congresso a Siracusa, raccontato nel dettaglio negli ultimi giorni da BlogSicilia, aveva già mostrato tutte le divisioni ma è finito come era nelle previsioni con il successo ampio del candidato dell’area Schlein, Piergiorgio Gerratana, che si è imposto con il 71,26% su Orazio Scalorino, sostenuto dalla corrente di Bonaccini, nettamente staccato il terzo candidato, Giuseppe Patti,  con lo 0,35%, anche lui legato agli schleiniani.

Barbagallo dopo la “vittoria”

Con l’approvazione del regolamento e l’esclusione della possibilità di primarie aperte l’elezione della segreteria diventa una battaglia politica di tessere tutta interna al partito e adesso il segretario Anthony Barbagallo prova a lanciare i primi segnali per spegnere il caos ed evitare altri spettacoli non proprio esaltati: “Il nemico non è all’interno del partito ma all’esterno – ha detto a margine dell’assemblea – da qui bisogna partire per costruire un percorso di lotta contro le destra”.

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La tensione, però, resta palpabile fuori e dentro il Pd ed altre eclatanti manifestazioni di dissenso sono tutt’altro che escluse