Riceviamo e pubblichiamo l’appassionato ricordo di un uomo che con la sua scrittura ha segnato un epoca, portato via da un virus che non riconosce niente e nessuno durante una emergenza che ci trova spaesati, spaventati e distratti
Avevo 20 anni quando ho scoperto Sepulveda, il cuore voglioso d’amore, le passioni accese nell’animo e in testa tante idee.
“La frontiera scomparsa” il primo libro che ho letto.
Un viaggio da nessuna parte alla ricerca delle proprie radici e della propria identità.
Ho personalmente conosciuto e ho amato Louis Sepulveda ed ho letto tutti i suoi libri, l’ultimo pochi mesi fa: “ Storia di una balena bianca raccontata da se stessa”.
Mi ha insegnato a sognare, sogni di diversa natura ma tutti belli: sogni di pace, di libertà, di amore per la natura, di giustizia, di lavoro, di solidarietà e che
il cammino per realizzarli non sempre è quello che si vuole e non può essere l’abitudine a governarne i passi.
Sogni che non muoiono mai e noi dobbiamo avere il coraggio di continuare a sognare.
Lui che ebbe il merito di scrivere che è un uomo chi non ha catene, chi ragiona come pensa, chi difende la sua storia, chi preserva la sua dignità anche a costo della vita.
Mi ha insegnato che in ogni sconfitta c’è sempre qualcosa che cambia e c’è sempre qualcosa di nuovo: così si va avanti.
Il virus se l’è portato via.
Non vuole rumore la morte di chi ha lasciato se stesso nelle sue opere, di chi ha condotto la vita senza l’ansia di chi è smarrito, di chi ha il cuore colmo della promessa del bene che sempre da’ la forza di credere,di lottare e di ricominciare.
Ho trovato nei suoi libri le parole che il mio angelo custode spesso mi suggerisce.
Ha raccontato le sue favole intrise di passioni e di romanticismo ma senza mai cadere nelle esagerazioni, esortando nel tenere l’animo sgombro dal sentimento dell’odio, ma ricordando che lottare per i propri sogni è un dovere.
Ho sempre pensato fosse sbagliato entrare in un posto con l’intenzione di uscirne correndo, per questo sono convinto che il camposanto è una storia di vita anche se passata, ed oggi di troppe vite che vi sono entrate nel silenzio rispettoso in un tempo di fragore.
Gli angeli che circondano queste vite daranno loro da bere e a noi le parole per lenire i rimorsi e toglierci le paure.
Luis Sepulveda ha scritto: “due estremi ha la strada e in tutti e due qualcuno mi aspetta”.
È bella la consapevolezza dello scrittore che ai due estremi della strada ci sia stato e c’è qualcuno ad aspettarlo e se anche non per tutti al primo estremo della strada ci sia stato qualcuno, speriamo sia di conforto sapere che certamente per tutti all’altro estremo c’è sempre chi ci aspetta.
Totò Cuffaro
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