L’acqua non è potabile ma ne è consentito l’utilizzo per lavare la verdura, ortaggi, frutta, per l’igiene personale e della casa. L’Amap indica le modalità di utilizzo dell’acqua in uscita del serbatoio Monte Grifone dove nei giorni scorsi è stato rilevato il superamento del parametro dell’alluminio rispetto ai limiti di legge.
“Fermo restando l’uso non potabile dell’acqua, la stessa non è da ritenersi idonea per l’incorporazione negli alimenti quando l’acqua ne rappresenti l’ingrediente principale (minestre, bevande), soprattutto di quelli destinati a neonati o lattanti, mentre ne è consentito l’utilizzo per il lavaggio di verdura, ortaggi e frutta, per l’igiene personale e della casa”. È quanto puntualizza, in una nota diffusa dall’Amap, l’Asp di Palermo.
Le zone di Palermo interessate dal provvedimento che inibisce l’uso per il consumo umano dell’acqua sono: Bonagia, Belmonte Chiavelli (parte bassa), Calatafimi, Zisa, Roccella-Basile, Noce ed Uditore. Ogni aggiornamento sarà disponibile sul sito www.amapspa.it ovvero telefonando al numero 091.279111.
“Nel ribadire che permangono le restrizioni imposte dall’ordinanza sindacale – conclude la nota dell’Amap – si porta a conoscenza dell’utenza che la qualità delle acque in uscita dal potabilizzatore Risalaimi, grazie agli interventi operati nei giorni scorsi, è in netto miglioramento e ciò consentirà, quanto prima, di ripristinare le normali condizione di erogazione”.
L’alta concentrazione di alluminio è una problematica connessa con la modifica della cinetica chimica al processo di potabilizzazione dovuta verosimilmente alle elevate temperature ambientali, che ieri hanno toccato punte di 45 gradi. Le analisi chimiche relative al 27 e al 29 luglio condotte da Amap hanno comunque evidenziato valori più bassi rispetto a quelli riscontrati dall’Asp.
L’alluminio – come spiega il ministero della Salute – “è presente naturalmente nell’acqua a causa del processo di scorrimento che porta gli elementi solubili del suolo, tra cui l’alluminio, verso gli strati più profondi del suolo stesso. Un eccesso di tale metallo potrebbe tuttavia derivare dal processo di depurazione delle acque che richiedono solfato di alluminio come agente coagulante. Alcune attività antropiche industriali (estrazione, produzione di alluminio metallico e suoi composti) possono provocare inquinamento delle acque superficiali e delle falde portando alla contaminazione dell’acqua potabile”.