La Polizia di Stato ha arrestato un palermitano di 41 anni accusato di avere violentato, lo scorso fine settimana, una giovane conosciuta tra i locali della Vucciria a Palermo.
Il gip di Palermo, su richiesta della procura, ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti dell’uomo accusato di violenza sessuale. Le indagini sono state condotte dai poliziotti del commissariato San Lorenzo.
La giovane donna, dopo aver accettato un passaggio a casa sarebbe stata violentata in una traversa in via Ugo La Malfa nell’ auto e, dopo una notte insonne, assistita da un amico si è rivolta agli agenti del commissariato. Grazie alle immagini dei sistemi di videosorveglianza i poliziotti sono risaliti all’uomo che ha accompagnato la giovane e all’auto con cui i due si sarebbero allontanati.
L’auto ha una vistosa ammaccatura a sinistra della targa. Così gli agenti sono risaliti al palermitano che è stato arrestato.
La violenza la scorsa settimana
Una donna di 29 anni sarebbe stata violentata in auto da un uomo conosciuto quella sera alla Vucciria. La donna ha trascorso la serata con l’uomo tra i locali dello storico mercato di Palermo. Trascorsa la serata tra piazza Garraffello e la Taverna Azzurra il giovane si è offerto di accompagnarla a casa.
La dinamica
Durante il tragitto si sarebbe fermato in una traversa via Ugo La Malfa avrebbe accostato l’auto e avrebbe violentato la giovane. Dopo essere stata abusata la giovane è fuggita a piedi e tornata a casa.
Il racconto alla polizia
L’indomani la donna accompagnato da un giovane avrebbe raccontato tutto alla polizia. Qui ha raccontato cosa le è successo e avrebbe fornito un identikit dell’aggressore.
La polizia, che ha aperto un’indagine per risalire all’identità del ragazzo, ha sequestrato gli indumenti per verificare se su questi fossero presenti tracce biologiche dell’aggressore. Intanto, dopo la visita in ospedale, sono state riscontrate lesioni alle parti intime della giovane compatibili con una violenza sessuale e vari lividi in diverse parti del corpo.
La ragazzina violentata dal branco
Trascinata per i capelli mentre il “branco” incita alla violenza. L’episodio si sarebbe verificato in una villa comunale di Monreale, nel Palermitano, ed è venuto a galla perché il video dell’aggressione è diventato virale sui social, anche se pare che nelle ultime ore sia difficilmente rintracciabile. Storia che è stata oltretutto confermata dalla zia della vittima attraverso facebook e che trova riscontro anche negli ambienti investigativi. I genitori della ragazzina maltrattata sarebbero andati alla caserma dei carabinieri di Monreale ma non avrebbero presentato alcuna denuncia.
Il racconto choc: “Trascinata per i capelli”
La zia della ragazza aggredita ha raccontato sui social la terribile esperienza: “Gira nei telefonini dei nostri figli – racconta – un video dove una ragazzina di dodici anni trascina per i capelli una sua coetanea e in sottofondo si sentono altri ragazzini che incitano la malefica ragazzina a continuare nella violenza. Il tutto avviene durante il pomeriggio in villa. Ma scusatemi cari genitori, avete educato figlie o bestie?? La ragazzina vittima di questa violenza è mia nipote. Sono tanto amareggiata per la società dove stanno crescendo i nostri figli!”.
Avviate indagini
Secondo quanto trapela da ambienti investigativi i carabinieri stanno indagando. Anzitutto sarebbero alla ricerca del video incriminato. Si sta provando a capire se esistono gli estremi per un reato dopo aver sentito il racconto angosciato della coppia di genitori.
Episodio recente nel Messinese
Non è la prima volta che in Sicilia si verificano vicende simili. Nel giugno scorso finì in rete l’aggressione di una ragazza presa a schiaffi e i pugni e quei momenti furono anche ripresi con la telecamera in dotazione di uno smartphone. Poi il video fu postato sui social. La polizia di stato in quel caso riuscì a identificare i tre minorenni responsabili che furono denunciati per lesioni personali, minacce e diffamazione. E’ stata la polizia postale e delle comunicazioni di Messina a svolgere l’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il tribunale per i Minorenni, che ha consentito l’identificazione di tre minori, due ragazze ed un ragazzo.
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