E’ accusato di avere rapinato diversi negozi in centro a Palermo. Entrava non armato e minacciava i dipendenti prima di farsi aprire la cassa e rubare i contanti.

Le accuse

La polizia di Stato ha arrestato su ordine del gip di Palermo e portato in carcere D.R. di 53 anni accusato di tre colpi, più un quarto solo tentato, messi a segno nella cartoleria Arnone di via Emerico Amari, nei negozi d’abbigliamento Sandro Ferrone di via Principe di Belmonte e Amelie Milano di via XII Gennaio e nel negozio per bambini la Bottega dei sogni di piazza Francesco Crispi.

I falchi della squadra mobile, coordinati dalla procura, hanno avviato le indagini acquisendo le immagini riprese da una serie di telecamere installate nella zona del teatro Politeama per individuare l’autore dei colpi. Complessivamente i colpi hanno fruttato un migliaio di euro. I riscontri sono stati incrociati con gli identikit forniti dalle vittime. Questa mattina i poliziotti lo hanno arrestato mentre si stava recando in una macelleria dove svolgeva qualche lavoretto.

Rapina da 104 mila euro, due arresti

La polizia di Stato ha notificato a due palermitani, R.G. di 61 anni e R.S. di 59 , un’ordinanza del gip d Palermo con la quale è stata disposta, per entrambi, la custodia cautelare in carcere accusati di una violenta rapina perpetrata ai danni del socio gestore della società Rete Gioco Italia srl, avvenuta a Palermo il 6 dicembre 2021.

Le indagini condotte dalla squadra mobile, coordinata dalla procura, hanno permesso di ricostruire le fasi della rapina quando un gruppo composto da tre persone, a bordo di due motocicli, dopo aver bloccato la vettura condotta dalla vittima si sono fatti consegnare una valigetta contenente la somma di circa 104.000 euro in contanti, che il socio doveva depositare alle poste di via De Gasperi.

Grazie alle immagini dei sistemi di videosorveglianza e il racconto della vittima gli agenti sono riusciti a risalire R.G. quale ideatore del colpo dipendente della società di scommesse che ha reso possibile la rapina a colpo sicuro.

Fondamentali anche i tabulati telefonici che hanno evidenziato infatti la strettissima correlazione tra gli appostamenti dell’indagato, spostamenti della persona offesa e movimenti degli autori della rapina, che ricevevano dal basista gli aggiornamenti in tempo reale sui movimenti della vittima e sull’utilizzo della valigetta per conservare il denaro.

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