“Soddisfatto? Si’, è un programma lungamente approfondito. Ho cominciato a prepararlo io”. Lo ha detto il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, parlando a Mattino 5 del programma del centrodestra firmato ieri sera. Con il centrodestra “non ci saranno più tasse sulla prima casa, neppure sull’auto, non saranno tassate le successioni ne’ le donazioni, elimineremo l’Irap: questa flat tax è una rivoluzione globale, che porterà l’economia a crescere e a creare posti di lavoro”. Berlusconi ha poi sostenuto che avrebber voluto introdurre una flat tax “gia’ nel 1994 con il ministro Martino, ma gli alleati non lo hanno voluto”.
Un primo accordo politico, dunque, è stato trovato ma si tratta, politicamente, di un ‘patto zoppo’.
Da un lato c’è il sì al programma di Salvini e della Meloni che hanno ottenuto da Berlusconi grandi aperture all’azzeramento della legge Fornero. ma dall’altro ci sono due fronti che restano aperti.
Il primo riguarda la leadership del centrodestra che passa anche attraverso i risultati elettorali. Salvini è convinto che la Lega sarà il primo partito della coalizione e per questo si considera premier in pectore, la Meloni aspirerebbe a sua volta a duna occasione del genere ma le possibilità del suo partito non sono tali da consentirle di ‘sognare’ una posizione di premier anche se si attendono risultati rilevanti e fartelli d’Italia è importante nel risultato complessivo. Ma Berlusconi punta a mantenere la leadership di Forza Italia non solo la propria. Per questo sarà una battaglia interna all’ultimo voto.
In Sicilia in primo piano c’è il secondo fronte di scontro che riguarda l’isola in maniera consistente. Il tema, come anticipato da BlogSicilia, è la lite con la così detta quarta gamba che potrebbe davvero correre da sola e manda a dire a berlusconi e salvini ‘senza di noi in sicilia perdete’ e non è un eufemkismo ne una valutazione di secondo piano.
Il capo politico di Noi con l’Italia-Udc Raffaele Fitto ed il presidente Lorenzo Cesa ieri pomeriggio sono stati a palazzo Grazioli per incontrare Silvio Berlusconi. Ancora una volta un incontro separato rispetto agli altri alleati.
La cosiddetta ‘quarta gamba’ della coalizione di centrodestra ha infatti minacciato di lasciare la coalizione in mancanza di un’intesa soddisfacente sui collegi: “Quando si sta in squadra si fa gioco di squadra, non ci stiamo a essere esclusi da tavoli e vertici di coalizione a tre. Non siamo una forza serie B”, hanno detto senza mezzi termini i centristi in quell’incontro.
i toni sembrano abbastanza accesi nelle segrete stanze e la chiusura dell’accordo sul programma, òperquanto possa esser ein larga parte condiviso, rischia di chiudere definitivamente il discorso. A prescindere dai contenuti, infatti, le firme sul patto sono tre e non quattro e il metodo, in questo caso, diventa sostanza.
La Sicilia, dunque, rischia di essere, ancora una volta, laboratorio e ago della bilancia. Il così detto ‘patto dell’arancino’ chiuso a Catania prima delle regionali sembra cosa alquanto distante. Il tema, oltre che le conseguenze a livello nazionale in vista delle politiche del 4 marzo, per l’isola è anche un altro: cosa accadrà nella maggioranza di Musumeci?
Forse niente visto che due giorni di schermaglie potrebbero essere bastati. Nella tarda mattina di oggi venerdì 19 gennaio, infatti, le posizione sembrano tornare ad avvicinarsi. “Siamo vicini all’accordo risolvendo positivamente i nodi tra Udc-Noi con l’Italia e gli altri membri della coalizione del centrodestra. Siamo in dirittura d’arrivo” dicono, infatti, in una nota congiunta il presidente Lorenzo Cesa e il capo della formazione politica Noi con l’Italia Raffaele Fitto.
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