“Dopo mesi di trattative salvati posti di lavoro”. E’ con un tweet che il vice ministro allo sviluppo economico Teresa Bellanova annuncia la firma dell’accordo per salvare i posti di lavoro di Almaviva Palermo dopo il blocco dei trasferimenti a Rende per 154 lavoratori.
L’accordo, firmato al Mise, prevede il riconoscimento dell’articolo 18 ed il mantenimento dei posti di lavoro sul territorio palermitano. In concreto: entro dicembre 297 lavoratori di Almaviva Palermo, impegnati nella commessa Enel, che scade proprio a dicembre, saranno assunti da Exprivia.
Nel dettaglio 14 lavoratori saranno assunti per 8 ore giornaliere, 5 giorni la settimana: 79 lavoratori con un contratto di 6 ore per 5 giorni settimanali; altri 204 con un part-time di 4 ore per 5 giorni settimanali. Gli altri 98 lavoratori, invece, dovrebbero rimanere ad Almaviva, ma è scongiurata, comunque, la possibilità di un trasferimento a Rende come paventato qualche settimana fa.
“L’accordo raggiunto da la possibilità ai lavoratori Almaviva di scegliere il percorso futuro e di restare sul territorio palermitano, ci sono punti qualificanti nel testo come l’istituzione di un tavolo di monitoraggio , almeno quadrimestrale al quale sarà presente, oltre le istituzioni e i sindacati, anche Enel . In tal senso, ed è la novità, è importante il ruolo di garanzia che viene affidato al committente”. Ad affermarlo al termine dell’incontro al Mise sono Francesco Assisi segretario Fistel Cisl Palermo Trapani e Eliana Puma Rsu Fistel.
“Quello firmato con Exprivia, per il passaggio dei 297 lavoratori, è un buon accordo che assicura i posti di lavoro alle condizioni quasi simili a quelle che gli operatori del call center avevano in Almaviva. In questo modo saranno azzerati i trasferimenti a Rende. L’accordo dà continuità al lavoro e riconosce i diritti di cui i lavoratori godevano, compreso l’articolo 18. Questo crea il presupposto perché l’accordo sia da esempio per i prossimi cambi cambi di appalto nei call center”. E’ quanto dichiara il segretario Slc Cgil Palermo Maurizio Rosso dopo la firma dell’accordo al Mise.
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