“Un tavolo permanente di confronto per definire le proposte da porre in essere, delineando i percorsi rivolti ad instaurare un dialogo costruttivo e virtuoso con l’amministrazione regionale. Sono circa il 90 percento delle cooperative aderenti in Sicilia, rappresentate da Confcooperative, Legacoop, Unci ed Unicoop, quelle che hanno già aderito all’iniziativa”.
Questa l’intesa raggiunta in un vertice regionale tra i presidenti delle quattro associazioni regionali Gaetano Mancini (Confcooperative), Filippo Parrino (Legacoop), Andrea Amico (Unci) e Felice Coppolino (Unicoop) che si è svolto ieri, mercoledì 22 giugno, a Palermo. Si tratta di un accordo di estrema rilevanza in cui sono state affrontate diverse tematiche calde del sistema cooperativo siciliano. Sul tavolo anche gli interventi necessari al suo rilancio. L’obiettivo è quello di portare progetti che saranno annunciati a settembre, nel corso degli stati generali.
Accordo preambolo degli stati generali della cooperazione siciliana
“Il tavolo – hanno affermato i rappresentanti delle associazioni cooperative siciliane – sarà il preambolo alla celebrazione degli stati generali della cooperazione siciliana che si svolgeranno alla fine di settembre. Sarà quello il luogo dove fare il punto sul valore della cooperazione in Sicilia in termini di apporto allo sviluppo economico e sociale. Un percorso che ci vede tutti accomunati in un solo obiettivo: mettere in campo tutte le energie e le professionalità umane esistenti, in un quadro di crescita dopo i dolorosi anni della pandemia che ha distrutto le imprese e desertificato il territorio”.
Patrimonio da non disperdere
“Un patrimonio immenso che non possiamo disperdere e che deve essere il volano di un imprescindibile processo di rinascita e di investimenti per la nostra Sicilia. Abbiamo il dovere – hanno concluso i vertici siciliani di Confcooperative, Legacoop, Unci e Unicoop – di portare avanti alcuni importanti progetti che saranno annunciati nel corso degli stati generali di settembre e che non potranno prescindere da un coinvolgimento ampio delle forze produttive, politiche e sociali siciliane”.
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