Stamani, già dalle prime ore della mattina, il Viale delle Scienze dell’Università di Palermo è stato teatro della protesta degli studenti e delle studentesse del LabAut – Biblioteca Autogestita . La protesta si è svolta di fronte l’Edificio 19 durante lo svolgimento dei test d’ingresso previsti per l’accesso a Medicina e Chirurgia. Dopo l’esposizione di un eloquente striscione che recitava “Diritto allo studio negato, no al numero chiuso!”, con un megafono e un volantinaggio gli studenti hanno spiegato a tutti i motivi della protesta.

Le ragioni della protesta

«Nonostante la pandemia globale, la conseguente crisi economica e il collasso dei centri ospedalieri, il diritto allo studio viene negato ancora una volta. Anche di fronte al prevedibile crollo del sistema sanitario siciliano e l’evidente carenza di personale medico e sanitario, i posti di accesso alle università sono ancora estremamente limitati», afferma lo studente Giovanni Siragusa.

Solo 1 su 5 ce la farà

«Secondo alcune stime, solo uno studente su cinque potrà immatricolarsi. E molti studenti sono costretti anche a dover affrontare grandi spese per la preparazione al test, con il rischio comunque di poter fallire il concorso. Siamo di fronte a un vero e proprio business del numero chiuso che vincola tantissimi studenti a dover scegliere altri corsi di studio – o peggio ancora – a lasciare la propria terra per studiare altrove», continua.

Situazione emergenziale e pandemica

Gli studenti in protesta hanno più volte ribadito che di fronte a una situazione emergenziale e pandemica, andavano – e vanno prese tutt’ora – non delle soluzioni contingenti ma strutturali. Delle soluzioni concrete nell’ottica di sostenere e dare forza a un intero apparato fondamentale quanto precario, come quello sanitario.

«Gli anni di pandemia hanno reso evidente quanto sia necessario un sistema sanitario più solido e più finanziato. Servono nuovi medici; serve aprire le porte delle facoltà medico-sanitarie a chiunque abbia voglia di intraprendere questo percorso. Inoltre, in questo quadro, le università del Mezzogiorno e soprattutto quelle siciliane sono maggiormente de-finanziate. Lottare per l’abolizione del cosiddetto numero chiuso significa anche combattere contro lo spopolamento e l’emigrazione delle aree marginali siciliane», conclude Giovanni Siragusa.

Oggi al via il test di medicina, 76mila i candidati

Sono 60 le domande da completare in 100 minuti. Inizia stamattina il concorso nazionale per entrare nelle facoltà di Medicina di tutta Italia.
Sono oltre 76.000 gli studenti che si sono registrati: 63mila per i corsi in lingua italiana, 13mila per quelli in lingua inglese. Chi passerà il test andrà a riempire i 14mila posti messi a disposizione per Medicina e chirurgia e i 1.200 per Odontoiatria e protesi dentaria.

La novità di quest’anno è legata alle disposizioni anti-Covid tra green pass e mascherine da portare. Per superare il test di Medicina 2021 a numero chiuso bisogna completare 60 domande a risposta multipla in 100 minuti totali.

La prova inizierà alle 13 contemporaneamente in tutte le università. Gli argomenti dei quesiti sono così ripartiti: 12 domande di cultura generale, 10 domande di logica, 18 domande di biologia, 12 domande di chimica, 8 domande di fisica e matematica.

“Nonostante l’impegno delle università per garantire delle procedure corrette – dicono da Consulcesi – ogni anno durante il test di Medicina vengono segnalate delle irregolarità. Candidati in possesso di apparecchiature elettroniche che sono riusciti a portare dentro telefoni cellulari e auricolare con cui sono in contatto con persone all’esterno. Casi di buste con i test che arrivano già aperte o sospetti contatti di professori con candidati. In tutte queste circostanze i ragazzi hanno deciso di richiedere un aiuto legale e presentare un ricorso al test di Medicina, che se vinto permette l’ingresso anche a chi è stato escluso dal punteggio. È bene quindi osservare ciò che avviene intorno e non farsi cogliere impreparati dalle circostanze”.

 

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