Politica e questione morale. Chi sta controllando le liste dei candidate alle elezioni amministrative? A Casa Minutella, il presidente della Nuova Dc, Totò Cuffaro, ha raccontato un retroscena sulla composizione delle liste dei candidati per il consiglio comunale di Palermo.
“Tante persone che avevano chiesto di candidarsi con me, e alle quali è stato detto no, adesso sono candidate in altre liste”, ha raccontato Cuffaro. Fin qui, nulla di strano. Ma l’ex presidente della Regione siciliana, finito nel calderone delle polemiche per il suo ritorno in politica dopo aver scontato una condanna, ha spiegato le ragioni di quei dinieghi. “Abbiamo detto no a molte persone che volevano candidarsi con noi, con la nuova Dc. Abbiamo detto no, non perché non lo meritassero dal punto di vista giudiziario, ma per la semplice idea che potessero essere in qualche modo sospettate. Abbiamo fatto una selezione rigorosissima. Mi auguro che ci sia qualcuno che voglia fare le pulci alle liste, non soltanto a quelle del centrodestra, così scopriremo tante cose. Palermo è una città complicata e difficile”. Per questo Cuffaro si dice “pronto a mettere “non solo le mani ma anche la testa sul fuoco”.
Lo spunto per questo commento era stato offerto da un intervento di Mario Barresi, giornalista di punta della Sicilia di Catania. Barresi aveva lanciato questa riflessione: “c’è un problema di questione morale rispetto alle liste. Lo dico trasversalmente, non è detto che i cattivi debbano stare tutti da una parte e i buoni tutti da un’altra. Perché nessuno se ne sta occupando?” Per Barresi, “nessuno di noi giornalisti sta facendo un check alle liste. Sarebbe importante parlare di potenziali infiltrazioni della mafia andando a guardare chi c’è nelle liste, andando a osservare i movimenti e tracciare alcuni movimenti di qualche candidato border line. Ma questo è più complicato per la politica e per il giornalismo”.