Un nido e scuola dell’infanzia dove sono banditi i giocattoli di plastica, si fa l’assemblea ed è la maggioranza a scegliere come giocare. L’idea è di Florio BabyLife che porta in città il “Reggio Emilia Approach” educando i bambini ad essere parte integrante della collettività.
La giornata si apre con l’assemblea dei bambini. Sono loro a scegliere l’ordine del giorno: si confronteranno, ne discuteranno e alla fine la maggioranza detterà l’indirizzo delle attività. Banditi i giocattoli però, per far spazio al riciclo creativo degli elementi della natura.
Stimolare alla partecipazione del processo democratico, così, è il metodo. Secondo questo approccio infatti l’apprendimento non viene stimolato tanto dai giocattoli, quanto dalle relazioni che il bambino ha non solo con gli insegnanti e la famiglia, ma anche con il territorio. Il bambino è così un soggetto competente partecipe del processo democratico al pari di un cittadino. L’approccio, naturalistico-didattico, è la chiave di lettura del nido scuola che porta a Palermo il metodo che considera i bambini come soggetti di diritto che esercitano la cittadinanza attiva.
Ecco che così, elementi naturali come sabbia e acqua, oggetti di uso comune e materiali di riciclo prendono il posto della plastica e dei giochi strutturati all’interno degli Atelier, veri e propri luoghi di sperimentazione e ricerca dove i cinque sensi dei bambini (da zero a sei anni) vengono stimolati grazie a setting accuratamente predisposti dall’atelierista-educatore.
Il nido scuola promuove così non solo i diritti ma anche le potenzialità di relazione, autonomia, creatività e apprendimento dei bambini attraverso ‘I cento linguaggi’. “Il bambino come essere umano possiede cento linguaggi, cento modi di pensare, di esprimersi, di capire, di incontrare l’altro attraverso un pensiero che intreccia e non separa le dimensioni dell’esperienza – spiega Giusy Albamonte, direttrice di Florio BabyLife -. I cento linguaggi sono metafora delle straordinarie potenzialità dei bambini, dei processi conoscitivi e creativi, delle molteplici forme con cui la vita si manifesta e la conoscenza viene costruita”. Tutti i linguaggi, verbali e non verbali, vengono così considerati e a loro viene data pari dignità. Perché nessuno è diverso e tutti sono uguali.
“Il nido scuola, in quanto parte attiva e dialogante della vita civile della città, è costantemente impegnato a proporsi e a ricercare un solidale rapporto con il territorio, a interagire e collaborare con il sistema delle offerte formative, culturali, educative, economiche cittadine, gestite da soggetti pubblici e privati – prosegue ancora la direttrice -. Questa scuola appartiene a una città attraversata da forti cambiamenti che la proiettano sempre più in una dimensione multiculturale e internazionale, che richiede una elaborazione di pensiero e di azione capace di coniugare la dimensione locale con una prospettiva planetaria”.
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