Sono 821 organizzazioni criminali che trafficano e generano profitti per 140 miliardi di euro ogni anno. La mafia è ormai un grande problema europeo che mette a rischio l’economia dell’Unione e la democrazia. È quanto emerso a Bruxelles durante l’incontro sulla lotta al crimine transnazionale.
“Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono due eroi dell’Europa”. Così Roberta Metzola ha aperto l’incontro sulla lotta al crimine transnazionale al quale oggi a Bruxelles hanno partecipato il Procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo e il procuratore della Dda di Palermo Maurizio de Lucia.
“La corruzione uccide la politica, il Riciclaggio minacciano il tessuto democratico – ha continuato Metzola – occorre una solida architettura anti Riciclaggio e una attuazione omogenea in tutti i settori e i tutti i paesi. Occorre dare mezzi all’Europa e alla Procura Europea EPPO per una lotta comune a chi si sente al di sopra della legge”.
I procuratori si sono confrontati con il Commissario europeo per gli affari interni dell’Europa Magnus Brunner, membro della Commissione Von der Leyen nel corso dell’evento organizzato dall’eurodeputato Giuseppe Antoci, già autore del protocollo promosso da Presidente del Parco dei Nebrodi per arginare la mafia dei pascoli che attingeva soldi anche dai fondi comunitari.
Sono 140 miliardi euro ogni anno. Tanto vale il giro d’affari della criminalità in Unione Europa e 86% di questo denaro si infiltra, poi, nelle attività legali. Sono stime drammatiche quelle di Europol, che ha rivisto i dati precedenti raddoppiando il giro d’affari.
“Dobbiamo perseguire la strategia che Giovanni Falcone indicò già 40 anni fa – ha detto Brunner -quel magistrato leggendario fu il primo a dire seguire il denaro e questo è il fondamento di una lotta efficace. Le cose sono cambiate negli ultimi anni e il mondo on line sta creando nuove sfide. Da un lato ne abbiamo benefici investigativi ma dall’altro è una opportunità per le organizzazioni criminali.
L’Europa ha fatto passi avanti con pacchetto controllo cripto valute e sulla possibilità di sequestri e confische dei proventi criminali a cominciare dai reati di terrorismo. Cresciamo nella collaborazione fra nazioni e presto avremo un doppio canale come già avviene in Italia che permette sequestri e confische. Le reti criminali non hanno frontiere e hanno creato una banca sotto traccia. Le autorità italiane hanno scoperto l’uso anche del sistema bancario cinese. Servono autorità anti Riciclaggio in tutti i Paesi. Servono agenti segreti, serve collaborazione con i Paesi terzi soprattutto quelli dell’America Latina e stiamo per chiudere un accordo con il Brasile”. “La Commissione europea è pronta a confrontarsi e collaborare per una strategia europea di lotta alla criminalità organizzata” ha concluso Brunner.
“La mafia è avanti, usa già l’intelligenza artificiale per le sue attività criminali e sta già infiltrandosi nella nuova economia diventando criminalità finanziaria- ha detto Giuseppe Conte Presidente dei 5 stelle – saremo sempre a fianco di chi conduce la lotta. Occorre che l’associazione di stampo mafiosa diventi reato europeo e riconosciuto dai paesi europei per una Europa più giusta”.
La Procura europea EPPO e l’agenzia investigativa Europol hanno confermato come la mafia sia ormai un fenomeno europeo e la lotta va concentrata su Riciclaggio e frode.
Sono 821 le reti criminali che operano in Europa e il 71% di queste organizzazioni sono impegnate nella corruzione. L’affare principale è la droga ma chi traffica pratica anche corruzione ad ampi livelli.
“Molto bene l’attenzione dell’Europa a questi temi ma bisogna tenere ben presente che la mafia è cosa diversa dalle organizzazioni criminali. La lotta va fatta ad entrambe ma sono fenomeni per alcuni aspetti diversi. La parola d’ordine deve essere coordinamento” ha detto il procuratore Maurizio de Lucia “Il sangue versato dai nostri eroi ci ha insegnato come fare questa guerra e bisogna farla insieme in maniera organizzata. La missione di EPPO è tutelare gli interessi economici europei e questo va bene ma deve coordinarsi con gli uffici giudiziari di chi la lotta la fa da trent’anni. Io sino molto critico. Bisogna guardare all’esperienza italiana che si è formata nella lotta. Serve la condivisione dei dati delle mega operazioni e da quelle partire per altre analisi, altre indagini, muove prove. Serve un momento di riflessione, una corretta divisione chiara dei ruoli. Bisogna avere presenti le due visioni, quella Europea e quella dei singoli territori ricordando che le mafie ci guardano e reagiscono”. La città di Palermo, lo rivendico, è stata ed è avamposto di resistenza alla mafia”.
“Le mafie non sono frutto di arretratezza e povertà- ha detto concludendo il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo -al contrario sono sofisticate organizzazioni capaci di fare rete. Sono organizzazioni che si avvantaggiato dei teatri di guerra, dell’instabilità politica. Sono capaci di infiltrarsi nei processi democratici e sono in grado di entrare nei mercati digitali dia economici che nella manipolazione del tessuto politico. La dimensione tecnologica sta modificando anche la composizione delle organizzazioni criminali. I gruppi criminali hanno ormai anche sistemi di intelligence per auto tutelarsi. C’è un solo modo per stare al passo nella lotta ad un crimine che si aggiorna ed è la collaborazione internazionale. Purtroppo gli accordi avvengono fra singoli Paesi e non c’è una spinta ad accordi europei”