Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, questa mattina ha partecipato alla cerimonia di commemorazione di Pio La Torre, dirigente del Partito Comunista, e del suo autista Rosario Di Salvo, uccisi 36 anni fa dalla mafia in via Li Muli. Alla commemorazione hanno preso parte, fra gli altri, il prefetto di Palermo, Antonella De Miro e il comandante della Polizia Municipale, Gabriele Marchese.
“Fare memoria di Pio La Torre e di Rosario Di Salvo – ha commentato il sindaco Leoluca Orlando – significa proseguire l’impegno di lotta e di contrasto ai patrimoni mafiosi che deve passare attraverso la sempre più trasparente ed efficiente gestione dei beni confiscati. L’esempio di Pio e di Rosario ieri come oggi continua a stimolarci ed è per questo che nel loro nome prosegue un lavoro comune di impegno che unisce le Istituzioni e tanta parte della società civile che proprio a quella esperienza si ispirano”.
“Enrico Berlinguer lo ricordò nel giorno in cui migliaia i migliaia di persone si radunarono in Piazza Politeama a Palermo per piangerne la morte: Pio La Torre, nello svolgere gli autorevoli incarichi nazionali che gli erano stati affidati, si sentiva un “siciliano all’estero”. Ed era davvero così. Per tutta la vita La Torre lottò per la giustizia sociale e la legalità, senza mai dimenticare la Sicilia: fu lui, tra l’altro, ad ispirare la legge che consentiva la confisca e il sequestro dei beni ai mafiosi. E proprio in Sicilia volle tornare per proseguire la sua battaglia. Cosa nostra non poteva permetterlo e così lo uccise il 30 aprile di 36 anni fa, insieme a Rosario Di Salvo. Ricordo Pio La Torre per la sua straordinaria rettitudine morale, la profonda competenza e la grande lezione intellettuale e politica che ha lasciato a tutti noi”. Lo scrive il leader di LeU Pietro Grasso su Fb ricordando la figura di Pio La Torre.
Su richiesta del capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo, l’Assemblea regionale siciliana ha osservato un minuto di silenzio per commemorare Pio La Torre e Rosario Di Salvo, assassinati dalla mafia il 30 aprile dell’82.
“Sono passati 36 anni dal giorno in cui Pio La Torre fu ucciso dalla mafia insieme a Rosario Di Salvo. Le sue battaglie per la giustizia sociale e la legalità gli costarono la vita. Ricordarlo oggi vuol dire riconoscere l’importanza della sua lotta e confermare l’impegno di tutti a liberare l’Italia dal malaffare e da tutte le mafie”. Lo afferma l’ex presidente della Camera Laura Boldrini (LeU).
“Pio La Torre rappresenta un esempio di elevate virtù civiche e di alto rigore morale che lo hanno visto protagonista di una lunga stagione di lotta alla criminalità organizzata, fino all’estremo sacrificio della morte. Grazie alle sue battaglie, nel nostro ordinamento è stato introdotto il reato di associazione mafiosa, oltre alla possibilità di sequestrare e confiscare i beni ai mafiosi. Strumenti fondamentali, ancora oggi dopo 36 anni, nell’azione di contrasto alla criminalità. Tutti noi abbiamo il dovere di mantenere sempre viva la memoria di uomini coraggiosi e di servitori dello Stato. Giunga ai familiari di La Torre, del suo collaboratore Rosario Di Salvo, trucidato insieme a lui, e a quanti lottano quotidianamente contro le mafie, la vicinanza del governo regionale”. Lo dice il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.