È stato presentato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella sede della Rai di Viale Mazzini a Roma, il programma e l’impegno di informazione, cultura e intrattenimento della Rai per le commemorazioni del XXX anniversario delle stragi di Capaci e Via D’Amelio nelle quali morirono i giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Francesca Morvillo e i poliziotti Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Alla conferenza stampa hanno preso parte Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone, il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, la presidente della Rai Mariella Soldi, il direttore della Distribuzione Rai Marcello Ciannamea, il curatore generale del progetto culturale Spazi Capaci Comunità Capaci Alessandro De Lisi, il Vice Capo vicario della Polizia di Stato, il Generale D. del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri Massimo Mennitti e il presidente della Provincia autonoma di Bolzano Arno Kompatscher, che ha condiviso e sostenuto il progetto della Fondazione Falcone mostrando come l’Italia tutta, da nord a sud intende sostenere un cammino comune per contrastare le mafie. La Provincia Autonoma di Bolzano, la Regione Trentino Alto Adige e il comune di Ortisei sono partner primari del progetto della Fondazione Falcone, come già la Fondazione Federico II, diretta da Patrizia Monterosso, l’Assemblea Regionale Siciliana, la Regione Siciliana e il Comune di Palermo e molte altre importanti istituzioni locali e d’area del Paese.
Schierati in prima fila tutti i direttori dell’informazione Rai iniziando da Monica Maggioni (Tg1), Gennaro Sangiuliano (Tg2), Simona Sala (Tg3), Paolo Petrecca (Rainews24) e Andrea Vianello (Radio1 – Grr).
Il tema scelto per questa occasione speciale dalla Fondazione Falcone è la “memoria di tutti”. Si intende ricordare così chi non c’è più, uomini e donne delle istituzioni, politici, magistrati, sacerdoti, sindacalisti e giornalisti, semplici cittadini morti per un Paese libero dalle mafie, ma anche chi è vivo e con il suo impegno si batte ogni giorno per la democrazia e la giustizia.
Dopo due anni di isolamento forzato, si tornerà di nuovo in piazza. Il 23 maggio, giorno dell’anniversario dell’attentato di Capaci, dalle 10 del mattino e fino al pomeriggio, al Foro Italico a Palermo, nel cuore della città storica dove sono nati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, la Fondazione Falcone accoglierà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, delegazioni di scuole d’Italia, esponenti delle istituzioni del Paese, alcuni dei protagonisti dei drammatici giorni degli attentati del ’92 e artisti, musicisti, esponenti del mondo della cultura, testimoni di un Paese che vuole guardare al futuro senza dimenticare. Tra le 10 e le 11.30, in diretta su Rai1, sul palco speciale allestito al Foro Italico parteciperanno alla giornata dedicata alle commemorazioni e alla promozione sociale della memoria del XXX anniversario della strage di Capaci il Capo dello Stato Sergio Mattarella, la presidente della Fondazione Falcone Maria Falcone, esponenti delle istituzioni come i ministri dell’Istruzione Patrizio Bianchi, dell’Interno Luciana Lamorgese, della Giustizia Marta Cartabia, dell’Università Maria Cristina Messa, degli Esteri Luigi Di Maio e il capo della Polizia Lamberto Giannini, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, il procuratore di Roma Francesco Lo Voi. Nel corso della cerimonia agli interventi istituzionali si alterneranno i racconti di alcuni dei protagonisti dei tragici giorni degli attentati del ’92, come i componenti della squadra dei Vigili del Fuoco che, per primi, arrivarono sul luogo della strage a Capaci, di esponenti del mondo della cultura come Alfonsina Russo, direttrice del Parco Archeologico del Colosseo che testimonierà l’importanza della cultura nella battaglia sociale per la legalità, e di altri testimoni di riscatto civile e di impegno come Selima Giuliano, Sovrintendente alle Belle Arti di Palermo, figlia di Boris Giuliano, il vicequestore ucciso dalla mafia tra i primi a intuire i legami economici tra Cosa nostra siciliana e i clan americani e un rappresentante dell’associazione antiracket Addiopizzo.
Prosegue inoltre, nel XXX anniversario delle stragi del ‘92, lo speciale progetto d’arte contemporanea per la promozione della memoria civile Spazi Capaci-Comunità Capaci che coinvolge diversi artisti di fama internazionale, anima i luoghi simbolo della rinascita e della vittoria collettiva contro i ricatti di Cosa nostra e coinvolgerà, dopo Palermo, diverse altre città italiane ed europee.
“Trent’anni sono il tempo di una generazione. I ragazzi di oggi nel 1992 ancora non erano nati, perciò ora più che mai – ha detto Maria Falcone che ha ringraziato la Rai per lo spazio e l’impegno dedicati alle commemorazioni delle stragi – è importante coltivare la memoria di fatti e persone che hanno cambiato la storia di questo nostro Paese. A loro abbiamo voluto dedicare questa speciale occasione”. “Anche quest’anno – ha aggiunto – abbiamo avuto al nostro fianco le scuole italiane, gli insegnanti che, pur tra mille difficoltà, hanno lavorato per portare tra i ragazzi la cultura della legalità e del rispetto dei valori della democrazia e della giustizia e hanno raccolto il nostro invito: dar vita alla loro creatività realizzando un lenzuolo dedicato a una vittima delle mafie”. Maria Falcone ha infine spiegato che la Fondazione ha voluto proseguire nel progetto d’arte contemporanea per il potenziamento sociale Spazi Capaci Comunità Capaci, “consapevoli dell’importanza della cultura nel contrasto alle mafie” e ha ringraziato la Provincia via di Bolzano per il sostegno all’iniziativa che “dimostra che l’Italia è una sola e la mafia non è solo un problema locale”.
“Mi ricordo bene dove ero il 23 maggio del ’92, – ha detto Marinella Soldi – Ricordo la reazione di sgomento, la sensazione di essere sotto attacco, una reazione viscerale che accomunò tutto il Paese che guardò la Rai per informarsi e capire l’enormità di quel che era successo. Allora raccontammo il magistrato, l’uomo e chi gli stava accanto”. Soldi ha ricordato importanza delle sedi regionali della Rai, delle inchieste di allora che contribuirono “a innescare una reazione nel Paese che spinse all’impegno civile”. “Il servizio pubblico – ha spiegato – deve dare gli strumenti per comprendere e scegliere consapevolmente. Per comprendere il presente si deve conoscere il passato”. Soldi ha concluso che la “Rai vuol tornare a essere protagonista della vita dei ragazzi come fa la Fondazione da trent’anni con linguaggi nuovi: sono loro la speranza”.
“La pandemia e l’isolamento sociale – ha spiegato Alessandro De Lisi, curatore generale del progetto SpaziCapaci-Comunità Capaci – ci hanno spinto a prendere la rincorsa e percorrere un nuovo spazio capace di accogliere una più ampia partecipazione diretta delle città, laddove l’isolamento della cultura nelle stanze protette del sistema dell’arte non era più tollerabile: abbiamo liberato l’arte contemporanea dal lockdown del mercato e abbiamo fatto appello agli artisti di lavorare sugli spazi capaci di indicare a tutti, comprensibili e dirette, le piccole storie della vita dei protagonisti che sono stati assassinati per mano mafiosa e per interessi ad essa afferenti. Spazi Capaci è il primo progetto in Italia di potenziamento sociale attraverso l’arte per la formazione e la partecipazione culturale contro le mafie e per la memoria risvolto ai giovani dati dopo il 1992 e alle scuole, come anche alla popolazione che vive nei luoghi delle installazioni: opere, artisti, progettisti, elementi concreti della cultura internazionale invitano studenti e cittadinanza a rivivere gli spazi più importanti delle città colpite dal tritolo e dalle stradi di Cosa nostra nel 1992 e nel 1993, da Palermo a Milano. Oggi, che la mafia ha deciso di immergersi nel rassicurante silenzio della finanza e del mercato del lavoro più fragile occorre far più rumore, come tamburi di Palermo, per rivelarne la pericolosa presenza, in Sicilia come al nord, fino al Brennero e ben più su in Europa. Grande il contributo quest’anno da parte della comunità alpina ladina e altoatesina, a sottolineare l’urgenza di ‘nazionalizzare’ un nuovo approccio alla formazione permanente e urbana per la cultura della lotta alle mafie, da nord a sud senza confini.”.
Il progetto della Fondazione Falcone che coinvolge migliaia di scuole del Paese e culmina con le commemorazioni delle stragi di Capaci e Via D’Amelio negli anni si è arricchito di collaborazioni importanti attraverso gli accordi firmati con l’Autorità Nazionale Anticorruzione, la Direzione Nazionale Antimafia, il Consiglio Superiore della Magistratura, l’Associazione Nazionale Magistrati, la Provincia autonoma di Bolzano, il ministero della Giustizia, il ministero dell’Università. Collaborazioni che hanno consentito di portare nelle scuole esperti e attività didattiche mirate alla diffusione della cultura del rispetto e della legalità. Ogni anno sono circa 70.000 le studentesse e gli studenti coinvolti nell’evento e centinaia le scuole che partecipano alle attività promosse. A loro si aggiungono genitori, docenti, dirigenti scolastici.
Il XXX anniversario delle stragi mafiose di Palermo è occasione per riflettere su quanto la città, la comunità nazionale, i giovani percepiscano le trasformazioni culturali profonde che quei fatti drammatici hanno determinato. Palermo allora reagì scendendo in piazza, vere e proprie catene umane attraversarono la città, ai balconi vennero appesi lenzuoli come bandiere spontanee e popolari nella convinzione che l’imperativo morale fosse solo uno: sconfiggere Cosa Nostra, liberare l’Italia dal ricatto criminale. Trent’anni dopo la Fondazione Falcone ed il Ministero dell’Istruzione hanno invitato tutte le scuole italiane a partecipare a un percorso creativo ispirato alla stagione della riscossa civile. Si è chiesto agli studenti di realizzare con la massima libertà creativa un lenzuolo che racconti le storie di chi alla mafia si è ribellato: vittime note e meno note che hanno fatto la storia del Paese. In tutto sono 1070 le scuole che hanno aderito all’iniziativa che si concluderà con la realizzazione di una speciale installazione urbana diffusa: i lenzuoli capaci di generare memoria e di unire il Paese saranno esposti al Foro Italico e ai tanti altri balconi dei palermitani e luoghi istituzionali che li adotteranno.
L’edizione 2022 del 23 maggio sarà caratterizzata da una forte presenza social e da due campagne lanciate sulle pagine FB e Instagram della Fondazione Falcone: @fondazionefalcone.
I social diventano il palcoscenico in cui vengono rappresentate le storie di alcuni dei protagonisti della lotta contro la mafia: uomini e donne, noti e meno noti, che hanno fatto la storia del Paese. Ogni giorno sulle pagine FB e Instagram della Fondazione Falcone vengono raccontate le loro vite interrotte, i loro sogni, i loro progetti spezzati.
Noti influencer, cantanti, attori, intellettuali hanno raccolto l’invito della Fondazione Falcone e hanno girato video in cui hanno ricordato il loro 23maggio del 1992. Dove erano, cosa stavano facendo, cosa ha significato per loro quella data. Un contributo che ha dato vita a una challenge rivolta a tutto il popolo dei social invitato a raccontare cosa ricordano di una giornata che ha segnato la storia italiana. Molte le adesioni importanti come quelle del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, dello scrittore Roberto Saviano, del giornalista e direttore de L’Espresso Lirio Abbate, di magistrati, attori come i Sansoni, Ficarra e Picone e molti altri.