La Cgil Palermo domani al corteo popolare antimafia sociale e intersezionale “Resistiamo” che partirà alle ore 15 dalla facoltà di Giurisprudenza per arrivare in via Notarbartolo al minuto di silenzio.
Nel 32° anniversario della strage in cui persero la vita i magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, il corteo di associazioni, comitati studenteschi, realtà sociali e Cgil servirà ancora una volta a rivendicare la necessità di inserire la lotta alla mafia e la ricerca della verità sulle stragi in un contesto più ampio di lotte sociali e di rivendicazioni per i diritti, un’antimafia che riparta dal basso. Al corteo parteciperà anche la segretaria generale Flc Cgil nazionale Gianna Fracassi.
Le parole della Cgil
“Domani saremo in piazza al corteo – dichiarano il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e Rosario Rappa, del dipartimento Legalità Cgil Palermo – non solo per chiedere ancora a trentadue anni di distanza verità e giustizia. Ma per dire, a quanti hanno il dovere di esercitare la responsabilità di governo della cosa pubblica, che non possono ricordare Falcone solo il 23 maggio e poi esercitare il loro potere contro i diritti delle persone. Per noi la lotta alla mafia è ogni giorno lotta, in maniera continua e coerente, per i diritti di tutti, degli altri, diritti sociali, civili, di generi e di genere. Non può essere un titolo da esibire”.
Il corteo con migliaia di studenti in piazza
Migliaia di studenti, giovani, lavoratori si muoveranno in corteo per le strade del centro storico, in occasione del 32esimo anniversario della strage di Capaci. La manifestazione, che partirà alle 15 dalla facoltà di Giurisprudenza, terminerà in via Giacomo Leopardi prima del minuto di silenzio, previsto per le ore 17:58.
“Noi il 23 maggio del 1992 non eravamo neppure nati, tuttavia da figli e figlie di questa città sentiamo la necessità di tenere viva la memoria dei giudici Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, degli agenti Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro, coltivare l’impegno loro e di tutti i caduti nella lotta alla mafia, partecipare attivamente alla liberazione da quest’ultima, che, diversamente da quanto ci viene detto oggi, è ancora lontana. Non possiamo che farlo nel modo più genuino possibile, lontani dalle passerelle e dalla connivenza con le ipocrisie e i silenzi istituzionali – dicono gli studenti del collettivo – A trentadue anni di distanza dall’esplosione che ha dilaniato l’autostrada che collega Palermo a Mazara del Vallo, tanti restano i punti interrogativi e le zone d’ombra, lontane sono la piena verità e la giustizia. La lotta alla mafia, allora, assume una connotazione di impegno per una vera democrazia, che abbia fatto i conti con i suoi scheletri nell’armadio. Dalle scuole alle università, fino alle piazze, davanti allo spaventoso clima di repressione e revisionismo, opporci significa mantenere viva la memoria dei tanti martiri della nostra terra. La normalizzazione dei rapporti fra vertici politici delle istituzioni e soggetti condannati per mafia ci fa rabbrividire. Non si può essere antimafia e allo stesso andare a braccetto con chi la mafia l’ha favorita. Chi lo fa il 23 maggio dovrebbe avere la decenza di stare lontano dall’Albero Falcone”.
Commenta con Facebook