Sull’accordo siglato tra lo Stato e la Regione Siciliana, il Codacons chiede al Ministero dell’economia e delle Finanze e al Presidente della Regione Siciliana di accedere agli atti. “Le Istituzioni – chiede l’associazione dei consumatori – dicano ai cittadini siciliani a quanti e a quali crediti la Regione dovrà ancora rinunciare”.
L’accordo per i 200 milioni alla Sicilia in Manovra
La Legge di Bilancio 2023 decisa dal governo Meloni, ha riconosciuto in favore della Regione Siciliana l’importo di 200 milioni di euro per l’anno 2022, ma l’erogazione sarebbe condizionata al verificarsi di alcune condizioni e presupporrebbe comunque la rinuncia di maggiori crediti che la Regione vanta verso lo Stato. Un fatto paventato già nei giorni scorsi e su cui adesso il Codacons vuole vederci chiaro.
“Sottrazione di risorse ai siciliani”
“Se così fosse, – spiega il Codacons – si tratterebbe dell’ennesima sottrazione di risorse in danno dei cittadini siciliani, i quali hanno il diritto di conoscere il contenuto dell’accordo indicato in legge di bilancio, di contestare il mancato riconoscimento di crediti ed il continuo tradimento dell’Autonomia speciale, la cui attuazione, se pur in un mutato assetto socio-economico, è necessaria per affrancare la Sicilia da condizioni di perenne arretratezza. Già nei giorni scorsi varie forze politiche di opposizione hanno evidenziato il rischio. “Del resto, – continua il Codacons – dopo le gravi accuse mosse nei giorni scorsi da esponenti politici regionali che hanno definito l’accordo“una manovra che ha il sapore di un vero e proprio strozzinaggio di Stato”, ci si aspetta che le Istituzioni informino gli utenti e contribuenti siciliani della misura del sacrificio che la Regione dovrà ancora sopportare”.
L’istanza a Schifani e al Ministero
Risponde a esigenze minime di trasparenza l’istanza di accesso agli atti che il Codacons, assistito dall’avvocato Paolo Di Stefano, Dirigente dell’Ufficio Legale Regionale, ha presentato al Presidente della Regione Siciliana ed al Ministro dell’Economia e delle Finanze, per conoscere il contenuto dell’accordo sottoscritto il 16 dicembre 2022 e valutarne la legittimità.
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