Come già comunicato nei giorni scorsi dall’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, oggi la Seus ha avviato la procedura per il pagamento della seconda e ultima tranche del cosiddetto “bonus covid” per circa 3.000 dipendenti che durante la pandemia nella ondata iniziale hanno prestato servizio con alto senso civico.
Prima parte stanziata in busta paga
La prima parte era stata già erogata nella busta paga di qualche mese fa, mentre il conguaglio sarà inserito nella mensilità di agosto. Queste somme sono state considerate dalle organizzazioni sindacali “un atto di giustizia per il lavoro svolto in questo anno durissimo”. La Cisl Fp nello scorso mese di maggio aveva organizzato un sit-in davanti all’assessorato regionale alla Sanità per sensibilizzare le istituzioni sul tema del 118.
Nei mesi scorsi attimi di tensione
La Seus aveva comunicato a suo tempo i contingenti minimi e la prefettura di Palermo arrivò addirittura a precettare alcuni lavoratori per garantire il servizio. Nonostante tutto lo sciopero e la manifestazione sotto la sede dell’Ars si tenne comunque con delegazioni che sono giunte da tutte le province. I sindacati avevano chiesto l’istituzione di un tavolo per la creazione di un soggetto pubblico regionale che riordinasse tutto il servizio e con la garanzia dei livelli occupazionali dei dipendenti, inquadrati sotto un profilo pubblico. Le sigle hanno rivendicato il riconoscimento di “indennità di rischio biologico rinviando la questione in sede di contrattazione di secondo livello”.
I motivi del contenzioso
Le parti sociali contestarono a suo tempo che nonostante una legge approvata all’Ars prevedesse il bonus per tutta la durata della pandemia, il governo avesse puntato ridurre l’indennizzo a soli tre mesi. Per questo ci fu uno sciopero il 25 maggio scorso. “Non era mai successo – dissero stizziti i sindacati – che una legge venisse prima approvata in favore di una categoria e poi modificata a suo sfavore. Pretendiamo rispetto dalla politica”.
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