L’aria è assonnata, quando Joe, un ragazzo americano originario del New Jersey di 23 anni, apre la porta del B&B al numero 27 di via Argenteria. Qualche metro più avanti, il suo amico Joseph, anche lui molto giovane e proveniente dallo stesso Stato, avrebbe aggredito e accoltellato il ventinovenne del Bangladesh, già fuori pericolo e ricoverato nel reparto di Chirurgia toracica dell’ospedale Civico.

La ricostruzione

Qualche secondo di esitazione, una mano che scivola nella tasca dei pantaloni della tuta che indossa, mentre riflette se chiudere o fermarsi a parlare. Sceglie la seconda, mentre si presenta: “Mi chiamo Joe”, dice con non poche difficoltà in italiano, che parla un po’ grazie alle origini palermitane dei genitori, che lasciarono la città negli anni ‘90 in cerca di fortuna in America. È spaesato, ancora stordito per ciò che è accaduto sabato mattina, quando la Squadra mobile è piombata nella casa vacanza dove alloggiava con gli altri due connazionali, amici con cui si trovava in viaggio. Uno di loro è ancora lì con lui e dalla stanza gli urla di chiudere la porta e non dire nulla. Ma Joe si trattiene per qualche minuto. Racconta che non sa cosa sia successo: “Io dormivo, non ho parlato con il mio amico, ho solo visto arrivare la polizia“. Si tocca i capelli, è incerto. “Non ricordo se anche l’altro ragazzo era con me”. Nel suo racconto non c’è spazio per la rissa, confermata dai residenti ma a cui i ragazzi americani non avrebbero preso parte.

Diverse coltellate su tutto il corpo

I tre ragazzi, erano arrivati venerdì: una serata di bagordi, ricostruita dagli investigatori grazie alle immagini di videosorveglianza. Che hanno inchiodato il giovane americano: il gruppetto durante la notte entra ed esce diverse volte dal B&B, fino alle 3,30. Poi, intorno alle 4, si vede uscire Joseph, da solo e ormai ubriaco per i bagordi della notte. Si è cambiato i vestiti, indossa una felpa nera che gli copre il viso e incrocia a pochi metri dal civico 27 il bengalese. Il contatto avviene all’altezza di vicolo Paterna: l’americano con uno scatto felino piomba sul ventinovenne, che si trovava a passare da solo, lo butta a terra e tira fuori dalla tasca il coltello trovato nella cucina della casa che aveva deciso di portare con sé. La vittima cerca di scappare, ma non riesce, sono circa una decina i colpi che lo feriscono: prima la testa, il mento, la mano e infine il petto. E solo quando riesce a pugnalare quest’ultimo Joseph si ferma, si alza, e va via, lasciando in un lago di sangue il bengalese. Quest’ultimo verrà poi aiutato da alcuni passanti.

Si attende la convalida del fermo

Joseph cammina verso piazza Garraffello e abbandona lì il proprio giubbotto sporco di sangue, che verrà trovato il sabato mattina dagli inquirenti. Il ragazzo è accusato di tentato omicidio aggravato dall’uso di un’arma, oggi ci sarà l’udienza di convalida del fermo. L’avvocato che assisterà Joseph è stato indicato dal consolato degli Stati Uniti d’America nel Sud Italia con base a Napoli, dovrebbe essere un legale siciliano, uno dei tre avvocati penalisti accreditati presso il consolato.

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