176° giorno di guerra in Ucraina.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un nuovo video, ha affermato che “i militari russi si devono ritirare dal territorio dell’impianto nucleare (di Zaporizhzhia) e da tutte le aree circostanti e rimuovere il loro equipaggiamento militare dalla centrale: questo deve avvenire senza nessuna condizione e al più presto possibile”. Zelensky ha anche detto che l’Ucraina sta lavorando con l’AIEA (Agenzia internazionale per l’energia atomica) per fare arrivare nella centrale una missione. Sulla questione sono intervenuti anche gli Stati Uniti d’America che hanno chiesto lo stop delle operazioni militari vicino agli impianti nucleari ucraini.
Tuttavia, secondo Igor Konashenkov, portavoce del Ministero della Difesa russo, “le unità della 44esima brigata di artiglieria delle forze armate ucraine stanno pianificando di lanciare un attacco di artiglieria sul territorio della centrale nucleare di Zaporizhzhia da postazioni di tiro situate nella città di Nikopol”. Però, “la colpa delle conseguenze dell’attacco sarà attribuita alle forze armate russe”.
Inoltre, Igor Kirillov, capo delle truppe di protezione dalle radiazioni, chimica e biologica delle forze armate russe, ha spiegato che le azioni delle forze armate ucraine potrebbero portare a una situazione simile all’incidente avvenuto alla centrale nucleare giapponese di Fukushima: “Secondo i nostri specialisti, a causa delle azioni delle forze armate ucraine, una situazione simile potrebbe verificarsi nella centrale nucleare di Zaporizhzhia”, affermando che se i generatori diesel di riserva e le pompe mobili si guastano, in caso di emergenza, il nocciolo si surriscalderà e, di conseguenza, ci sarà un danno ai reattori della più grande centrale nucleare d’Europa con rilascio di sostanze radioattive nell’atmosfera e la loro diffusione per centinaia di chilometri.
Secondo Kirillov, una tale situazione di emergenza è in grado di provocare migrazioni di massa della popolazione e avrà conseguenze più catastrofiche dell’imminente crisi del gas in Europa.
Commenta con Facebook