Le parole del fondatore di Microsoft

Varianti Covid-19, secondo Bill Gates ci vorrà una terza dose di vaccino

  • Bill Gates s’interroga sull’efficacia degli attuali vaccini contro le varianti del coronavirus.
  • Per il fondatore di Microsoft ci potrebbe volere una terza dose da somministrare.
  • Il filantropo sta anche finanziando uno studio in Sud Africa.

Una terza dose di vaccino contro il Covid-19 potrebbe essere necessaria per prevenire i casi gravi provocati dalle varianti del coronavirus. Lo ha detto ieri, martedì 16 febbraio, Bill Gates.

Il fondatore di Microsoft, intervistato da CBS Evening News, ha affermato: «La discussione ora è: dobbiamo soltanto ottenere una copertura altissima dal vaccino attuale o abbiamo bisogno di una terza dose dello stesso farmaco o di un vaccino modificato?».

Il filantropo milardario ha poi detto: «Tutte e cinque le aziende che stanno producendo i vaccini statunitensi stanno cercando di apportare questa modifica e aggiungerla perché le persone che hanno già avuto due iniezioni potrebbero avere bisogno di una terza dose».

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Bill Gates, dal canto suo, sta finanziando alcuni studi in Sud Africa per determinare se i vaccini di AstraZeneca, Johnson & Johnson e Novavax siano efficaci anche contro la variante più contagiosa: «AstraZeneca, in particolare, ha una sfida aperta con la variante. E gli altri due, Johnson & Johnson e Novavax, sono leggermente meno efficaci ma dovremmo usarli il più velocemente possibile mentre studiamo questa idea di messa a punto del vaccino».

Inoltre, per Bill Gates, se il coronavirus non dovesse essere sradicato, potrebbero essere necessari ulteriori somministrazioni in futuro: «Probabilmente non ogni anno ma finché il virus è là fuori, vogliamo che il maggior numero possibile di americani non lo diffondano tra di loro».

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Il 7 febbraio scorso il dottor Scott Gottlieb, ex capo della Food and Drug Administration (FDA, l’ente che negli USA si occupa dell’approvazione dei farmaci), ha detto a CBS News di ritenere che i vaccini distribuiti attualmente negli Stati Uniti possano offrire «una protezione ragionevole» contro le nuove varianti anche se meno efficaci contro i nuovi ceppi. Tuttavia, potrebbe anche essere necessario somministrare dosi di richiamo in autunno.

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