Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco e dell’università Statale di Milano, intervenuto ad Agorà, su Raitre, ha affermato: «Temo che la variante delta in Italia non la si stia seguendo abbastanza, anche se la si sta seguendo» e per ora sembra che «i focolai identificati» siano «pochi e limitati».
«Il dato di fatto – ha osservato l’esperto – è che certamente questa è una variante con una capacità diffusiva superiore a quella della variante cosiddetta inglese, tanto è vero che l’ha soppiantata sia in India che in Gran Bretagna. È altrettanto evidente che, fortunatamente, per la gran massa di vaccinati che abbiamo, gli effetti di questa variante sono sicuramente meno deleteri di quelli che avremmo se non avessimo i vaccinati».
Galli ha citato alcuni dati «solo per comparazione: il 19 giugno sera noi avevamo 46 milioni di dosi» di vaccino anti-Covid «date in Italia contro 73,7 milioni nel Regno Unito, e 15,7 milioni di completamente vaccinati contro 31 milioni nel Regno Unito. Con questo tipo di situazione, chiaramente, qualche cautela va comunque continuata a essere considerata», ha avvertito l’infettivologo, riferendosi in particolare alla mascherina: «Una cautela individuale che io – ha insistito l’esperto – mi permetto di consigliare a chi non sia vaccinato o, essendo vaccinato, rientri nelle categorie cosiddette fragili».