Giorgio Palù, virologo e presidente dell’agenzia italiana del farmaco (AIFA), in un’intervista al Corriere della Sera, ha confermato che la seconda dei vaccini di Pfizer e Moderna sarà distanziata di 42 giorni dalla prima al contrario delle 3/4 settimane previste inizialmente. Il motivo? «Posticipando il richiamo copriamo subito 3 milioni di sessantenni a rischio».
«Si è calcolato – ha spiegato Palù – che così facendo si hanno a disposizione dosi sufficienti per proteggere velocemente circa 3 milioni di over 60, attualmente meno coperti dal vaccino ed esposti a significativo rischio di mortalità da Covid 19, pari a 13%».
Pfizer, però, ha ricordato che il suo composto è stato studiato per una seconda somministrazione a 21 giorni: «Un’industria non può dettare scelte che dipendono dagli enti regolatori e che vengono prese anche sulla base dei risultati osservati sul campo, su decine di milioni di persone e quindi non limitati agli studi di validazione su poche decine di migliaia di casi», ha avvertito Palù.
«Ci si è accorti – ha ricordato – che la seconda dose può essere spostata fino a 42 giorni senza condizionare né la protezione dalla malattia che resta alta, fino al 70%, né la risposta degli anticorpi. Ripeto, la posizione di Aifa e ministero della Salute sono un’indicazione vera e propria per affrontare in una fase particolare una relativa carenza di scorte».
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