Oltre 13mila assunzioni sono previste negli Atenei italiani. Lo scrive Il Sole 24 Ore.
Innanzitutto, il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), come spiegato nell’articolo a firma di Eugenio Bruno, “ha distribuito i 2.004 punti organico per il 2021, e cioè le autorizzazioni ‘condizionate” a sostituire il personale cessato nel 2020, che sulla carta valgono da subito almeno 2mila nuovi ingressi“. Poi, il DDL di Bilancio ha stanziato 75 milioni di euro per il reclutamento ‘libero’ del personale accademimco a partire dal 2022 (e che arriverà a 740 nel 2026). Da qui altre 11.500 asunzioni.
I 2.004 punti organico sono stati distribuiti dalla ministra Cristina Messa con il D.M. 1096/2021, seguendo il meccanismo consolidato, come spiegato sempre da Il Sole 24 Ore: “Gli atenei statali con un rapporto spesa di personale/Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) almeno dell’80% (o con un indicatore di sostenibilità finanziaria inferiore a 1) possono sostituire il 50% del personale uscito nel 2020 mentre quelli rimasti al di sotto di tale soglia possono superare il 50% con fondi propri. Così facendo ogni rettore riceve annualmente dal ‘centro’ una quantità di spazi da usare localmente per bandire i nuovi concorsi. Fermo restando che un ordinario vale 1, un associato 0,7, un dirigente amministrativo 0,65, un ricercatore di tipo b) 0,5 eccetera la scelta spetta alle singole accademie”. Quindi, i soggetti coinvolti potrebbero essere anche più di 2mila ma gli atenei potrebbero scegliere di non assumerli perché sprovvisti delle risorse per gli stipendi.
Invece, in relazione al DDL Bilancio, gli atenei italiani, sia quelli statali che non, possono usare un piano di reclutamento straordinario “in deroga alle vigenti facoltà assunzionali, al fine di favorire il graduale raggiungimento degli standard europei in ordine al rapporto tra il numero dei docenti e del personale tecnico amministrativo delle università e quello degli studenti”. Come anticipato poco su, le risorse constano di 75 milioni di euro per il 2022; 300 per il 2023; 640 per il 2040; 690 per il 2025; 740 dal 2026.
Entro 90 giorni dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio, quindi entro fine marzo, il MUR dovrà promulgare un decreto per individuare i criteri di riparto, compreso il peso da assegnare alla valutazione della qualità della ricerca (Vqr) e alle politiche di reclutamento. Tuttavia, come rilevabile dalla relazione tecnico del DDL, già si sa che si attendono 11.569 nuovi ingressi.