Vale oltre 66.000 dollari al chilo il corno dei rinoceronti uccisi dai bracconieri. Più dell’oro e del platino, commenta il WWF, visto che uno solo di questi corni può raggiungere l’iperbolica cifra di 500.000 dollari. Il tutto nel mercato asiatico ove si trovano i paesi più importanti riforniti dai trafficanti.
Il mercato mondiale di corno di rinoceronte si aggira tra i 63 e 192 milioni di dollari l’anno, un commercio illegale che rischia di portare all’estinzione entrambe le specie africane, il rinoceronte nero e quello bianco.
“Nessun luogo ormai è più sicuro per i rinoceronti che vengono addirittura uccisi in un’area teoricamente controllata come può essere uno Zoo”. Così commenta il WWF la notizia dell’uccisione di un esemplare di rinoceronte nello Zoo di Thoiry, in Francia, a cui è stato segato il prezioso corno. “La guerra contro le specie protette è entrata persino nelle nostre città. Sapevamo che i corni venivano rubati nelle teche dei Musei, motivo per cui all’ Italia è stata inviata dall’organismo CITES una richiesta per sostituire i corni veri con copie di resina o plastica. Sappiamo cosa accade ogni giorno in Africa, dove vengono uccisi in media 3 rinoceronti al giorno per rubare il prezioso corno e dove il traffico di ‘natura’ alimenta persino i gruppi terroristici . Ora anche negli Zoo c’è il rischio di veder scomparire i pochi esemplari rimasti”.
E se in Europa bisognerà pensare a come mettere in sicurezza gli animali degli Zoo, in Africa quella contro le specie protette è una vera e propria guerra che in assenza di una mobilitazione collettiva, che coinvolga decisori politici e società civile, rischia di essere persa. Il bracconaggio nel 2016 ha ucciso 1054 esemplari di rinoceronte nel solo SudAfrica. Uno degli ultimi casi più agghiaccianti è accaduto pochi giorni fa: 2 baby rinoceronti, che stavano per essere liberati, sono stati uccisi nel Parco sudafricano di Thula thula. I bracconieri non hanno risparmiato neppure i turisti che avevano assistito alla scena: una di loro, una giovane turista svedese, è stata addirittura stuprata davanti a tutti mentre le guardie hanno subito violenze e percosse.
Bisogna, infatti, ricordare coloro che combattono questa guerra: i ranger che difendono le specie animali dall’aggressione dei bracconieri restano uccisi ogni anno a decine, in una vera e propria battaglia sul campo.
Commenta con Facebook