Una sopravvissuta all’olocausto di 91 anni è morta mentre si riparava dagli attacchi russi durante l’assedio di Mariupol, in Ucraina. Lo riportano il Guardian e altre testate internazionali.
Vanda Semyonovna Obiedkova è morta il 4 aprile scorso: si trovava in un seminterrato gelido, senza acqua, per ripararsi dalle bombe lanciate dalle forze armate del Cremlino. Proprio come accadde quando aveva 10 anni, nascosta in uno scantinato per sfuggire ai nazisti, come raccontato dalla figlia Larissa a Chabad.org.
Obiedkova “non meritava una morte simile”, ha detto la figlia, che si trovava con lei al momento della tragedia. Larissa ha raccontato: “Non c’era acqua, elettricità, riscaldamento e faceva un freddo insopportabile. Ogni volta che una bomba cadeva, l’intero edificio tremava. Mia madre continuava a dire che non ricordava niente del genere durante la Grande Guerra Patriottica”, cioè la seconda guerra mondiale.
Obiedkova evitò la cattura nascondendosi in un seminterrato quando le forze tedesche occuparono Mariupol nell’ottobre 1941. I nazisti radunarono la popolazione ebraica della città, compresa la madre, che fu fucilata insieme al resto della famiglia. Le forze naziste uccisero tra 9.000 e 16.000 ebrei nei fossati alla periferia della città ucraina, dichiarata “liberata” proprio oggi da Vladimir Putin. Il padre di Obiedkova, che non era ebreo, riuscì a far ricoverare la figlia in ospedale, dove trascorse due anni: i nazisti si erano convinti che fosse greca e non ebrea. Mariupol fu liberata dall’esercito sovietico nel settembre 1943.
Larissa e il marito hanno seppellito la madre in un parco pubblico vicino al Mar d’Azov. Il rabbino Mendel Cohen di Mariupol ha descritto Obiedkova come “una donna gentile e gioiosa, una persona speciale che rimarrà per sempre nei nostri cuori”.