Oggi stesso Vladimir Putin, dopo avere annunciato che il processo di pace non ha prospettive, deciderà se la Russia riconoscerà l’indipendenza dei due territori separatisti nell’Ucraina orientale, ovvero le repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. Lo ha comunicato lo stesso presidente russo ai membri del Consiglio di sicurezza.
Serghei Lavrov, ministro degli Esteri russo, ha già anticipato che il riconoscimento ci sarà: “In questo modo, invieremo un segnale forte al mondo russo. Non possiamo guardare con indifferenza per otto anni a come i nostri compatrioti, i nostri cittadini siano vittime di bullismo. Pertanto, non vedo altro modo”. “Dare all’Occidente due o tre giorni per cambiare idea? Ovviamente non cambierà posizione, lo capiscono tutti”, ha aggiunto Lavrov, per cui in Ucraina è in atto “un attacco agli slavi, agli ortodossi e a tutto ciò che è russo”.
Lavrov ha dichiarato, inoltre, che l’Ucraina sta deliberatamente aggravando la situazione nel Donbass, bombardando con armi proibite dagli accordi di Minsk. Secondo il diplomatico russo, Kiev, con la piena connivenza dei partner occidentali, comprese Francia e Germania, partecipanti al Formato Normandia, sta fingendo di negoziare.
Come conseguenza il governo di Kiev ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell’ONU, come affermato dal ministro degli Esteri ucraino dopo l’annuncio del Cremlino sul riconoscimento dei separatisti filorussi.
Da Washington la rassicurazione che il presidente statunitense Joe Biden sta monitorando attentamente la situazione.
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