Rischio escalation in Medio Oriente

Ucciso il leader politico di Hamas a Teheran con un missile

Hamas ha annunciato la morte del suo leader politico Ismail Haniyeh, in seguito a un attacco aereo contro la sua residenza a Teheran.

Di conseguenza, l’Iran ha subito convocato una riunione di emergenza del Consiglio supremo di sicurezza nazionale presso la residenza del leader supremo Ali Khamenei.

Israele non ha rivendicato l’attacco ma il missile è stato lanciato da un ‘Paese estero’.

Il Cremlino ha parlato di “omicidio politico inaccettabile” che “porterà ad una ulteriore escalation” mentre il governo turco ha definito l’assassinio “spregevole. Se la comunità internazionale non fermerà Israele, la guerra diventerà regionale”. Inoltre, il presidente del parlamento turco ha definito la vittima “un martire” e ha qualificato Israele come “nemico dell’umanità e assassino di massa”. Anche i ribelli Houthi, che controllano gran parte dello Yemen del nord, hanno parlato di “atroce crimine terroristico e una palese violazione delle leggi e dei valori”.

Haniyeh si trovava a Teheran per la cerimonia di insediamento del presidente iraniano Masoud Pezeshkian. Il figlio, Abdul Salam, ha sottolineato che “Hamas continuerà a resistere fino alla liberazione della Palestina”, sottolineando che “siamo in una continua rivolta e lotta contro il nemico occupante e la resistenza non finisce con l’assassinio dei suoi leader”.

Si è appreso, infine, che Israele ha chiuso lo spazio aereo a nord del territorio per almeno 24 ore. Già ieri, tra l’altro, c’era stato l’attacco rivendicato a Beirut, con l’uccisione del numero due di Hezbollah, Fuad Shukr. La chiusura si estende verso il confine con Libano e Siria.

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