Al centro di accoglienza che si trova nell’ex caserma Serena di Casier, in provincia di Treviso, lo screening ha dato un risultato che è destinato a scatenare polemiche. Infatti, complessivamente sono stati eseguiti 315 tamponi – 293 sui migranti e 22 sugli operatori – che hanno evidenziato 129 positività al coronavirus tra gli ospiti.
Lo ha reso noto l’ULSS 2 sottolineando che i positivi, tutti asintomatici, sono stati immediatamente isolati all’interno della struttura. La quarantena è estesa anche ai negativi. Tra una settimana sia gli operatori sia gli ospiti saranno nuovamente testati. I controlli all’ex Caserma Serena erano scattati dopo le tre positività emerse tra i migranti.
Mario Conte, sindaco di Treviso, ha affermato: «Il nuovo focolaio all’interno della struttura genera un danno incalcolabile, anche in termini di immagine, al nostro territorio del quale lo Stato dovrà rendere conto. Ci stavamo riprendendo, il turismo stava nuovamente vedendo la luce dopo una primavera terribile e con questa batosta ci ritroviamo a terra, dopo che il Governo non ha mai ascoltato la nostra richiesta di chiudere la Caserma. A dirle il vero, stiamo ancora aspettando che il Ministro dell’Interno Lamorgese venga a vedere con i suoi occhi la situazione dopo la nota rivolta dello scorso giugno. Sono arrabbiato perché ora ci troviamo a fronteggiare una nuova emergenza. E la colpa non è dei nostri cittadini».
Renzo Carraretto, sindaco di Casier, ha dichiarato: «Il quadro è sotto controllo, sono certo che la situazione sarà gestita con la massima ragionevolezza. Stiamo risalendo a tutti i possibili contatti con cittadini non residenti nella ex caserma avvenuti negli ultimi giorni e sono certo che spiegando la ragione della quarantena estesa a tutti i presenti si eviteranno le tensioni che si erano verificate alcune settimane fa, pur senza conseguenza. Penso che il nostro caso sarà solo il primo di scenari simili che prevedo si verificheranno in altri centri di accoglienza».
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