Un atto violento che mai potrà essere giustificato. Una tartaruga Caretta caretta recuperata dagli operatori della Fondazione Cetacea di Riccione.
Il povero animale, al quale è stato dato il nome di Francesca, appariva con la calotta cranica sfondata. Una forte botta in testa che ne ha poi provocato lo spiaggiamento. Tre esemplari, tutti recuperati nelle scorse ore ed i cui incidenti sarebbero attribuibili, ad avviso sempre della Fondazione Cetacea, ad attività di pesca. Le altre due tartarughe, chiamate Petra e Palmira sono rimaste impigliate rispettivamente in reti da posta e a strascico.
Non è la prima volta che la Fondazione Cetacea punta il dito contro taluni attrezzi da pesca i cui effetti negativi nei confronti delle tartarughe sarebbero evitabili da accorgimenti tecnici che però non vengono ancora adottati. Danni particolarmente gravi come nel caso degli ami dei palangari. Si tratta, come è noto, di lunghe lenze armate con centinaia di grossi ami. Lasciate in alto mare finiscono per catturare tartarughe ed altri animali come i delfini.
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