Yoshimasa Hayas, ministro degli Esteri del Giappone, ha chiesto “l’interruzione immediata” delle manovre militari della Cina intorno a Taiwan. “Le azioni della Cina questa volta hanno un grave impatto sulla pace e sulla stabilità regionale – ha affermato – Chiedo ancora una volta l’interruzione immediata di queste manovre militari”.
Al momento, come riferito dal Ministro della Difesa di Taiwan, la Cina ha lanciato 11 missili balistici Dongfeng nelle acque che costeggiano l’isola. Secondo il Giappone, come riportato dal Japan Times, inoltre, 4 missili balistici hanno sorvolato la capitale Taipei prima di atterrare nella zona esclusiva nipponica.
Per queste esercitazioni – la reazione di Pechino alla visita a Taiwan di Nancy Pelosi, Speaker della Camera degli USA – la Cina ha schierato oltre cento tra caccia, bombardieri e altri velivoli ad uso militare e dieci tra cacciatorpedinieri e fregate.
Sulla vicenda è intervenuto anche Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO: “La visita di Nancy Pelosi non dà motivo alla Cina di reagire in modo esagerato, di minacciare Taiwan o di usare una retorica minacciosa”. “Gli Stati Uniti e gli altri alleati della NATO hanno regolarmente visitato Taiwan con alti funzionari nel corso degli anni, e quindi questo non dà motivo alla Cina di reagire in modo eccessivo”, ha aggiunto.
Il ministero degli Esteri cinese, dal canto suo, ha convocato oggi gli ambasciatori dei Paesi del G7, compresa l’Italia, e dell’Unione Europea per “esprimere il più completo disappunto” sul comunicato firmato ieri dai ministri degli Esteri di forte critica sulle esercitazioni militari lanciate da Pechino intorno all’isola di Taiwan.
Infine, Antony Blinken, Segretario di Stto americano, ha affermato: “Ci opponiamo a qualsiasi sforzo unilaterale per cambiare lo status quo di Taiwan, soprattutto con la forza. La nostra politica non è assolutamente mutata; la stabilità nello Stretto di Taiwan è nell’interesse dell’intera regione”.
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