“Se è vero che il Sud fa parte dell’agenda del Governo, allora si finanzino subito gli strumenti di politiche attive del lavoro: autoimpiego, lavoro autonomo, contratti di sviluppo, sgravi totali per le nuove assunzioni. Si avvii una forte campagna di investimenti in opere pubbliche, funzionali allo sviluppo del territorio”. Lo scrive in una nota il deputato del Pd Franco Ribaudo a seguito della discussione alla Camera dei deputati nata dall’interrogazione, di cui è il primo firmatario, sul mancato finanziamento di Invitalia, rivolta al ministro dello Sviluppo economico, al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali.
L’interrogazione parlamentare, firmata anche dai deputati democratici Culotta, Iannuzzi, Ventricelli, Currò, Moscatt, Censore, Iacona nasce dal fatto che Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, ha pubblicato, sul proprio sito e sulla Gazzetta Ufficiale, un avviso che comunica che dal 9 agosto scorso non è più possibile presentare la richiesta di accesso alle agevolazioni all’autoimpiego a causa dell’esaurimento delle risorse disponibili.
“In conseguenza di ciò, – spiega Ribaudo – startup, progetti innovativi e investimenti per tutti coloro che volevano accedere al bando per gli incentivi per l’autoimpiego, previsto dal titolo II del decreto legislativo 185 del 2000 sono stati bloccati.
Invitalia avrebbe dovuto deliberare le domande entro e non oltre 6 mesi dalla data di presentazione: sono circa 700 le domande presentate senza essere state ammesse a valutazione. La seconda considerazione da fare è che tutte le società che hanno deciso di intraprendere un percorso imprenditoriale grazie all’aiuto del decreto legislativo 185 del 2000, hanno dovuto sostenere dei costi iniziali (Costituzione società, Atti notarile, iscrizione Cciaa, attribuzione partita iva, costi di realizzazione format di domanda), i quali non ottenendo più nessun aiuto, si trasformerebbero in perdite pure;
Alle oltre 700 domande in attesa di valutazione si aggiungono altre 180 domande circa, che sono state già valutate, sono state ammesse alle agevolazioni e che attendono la delibera e la convocazione per la stipula del contratto. Attualmente, nella sola Sicilia ci sono circa 700 domande in attesa di valutazione per l’ammissione alle agevolazioni concesse dal decreto legislativo 185 del 2000, presentate a partire dal mese di marzo sino al 31.8.2015 (data del blocco) e circa 2.200 nel complesso delle altre regioni meridionali interessate alla misura. Alcune di queste 180 domande sono state presentate nel 2014 e l’attesa sta causando perdite e debiti ad attività nascenti.
“E’ ovvio che detta situazione – sostiene il parlamentare del Pd – oltre ad aver creato un danno economico ai tanti soggetti che avevano con entusiasmo, intrapreso una iniziativa di lavoro autonomo o imprenditoriale con riferimento alle suddette misure agevolative, ha generato sconforto e sfiducia nello Stato e nelle istituzioni tutte. Occorre pertanto che le istituzioni recuperino in termini di credibilità. Uno strumento finanziario importante che non può essere soppresso in un momento così delicato per lo sviluppo economico del nostro Paese e specialmente per il meridione”.
“Il governo in sede di legge di stabilità – aggiunge Ribaudo – non ha previsto stanziamenti cui si era impegnato, anzi gli stessi emendamenti presentati da un gruppo di parlamentari compreso il sottoscritto, al disegno di legge si stabilita, non sono stati approvati con la motivazione secondo cui i fondi da utilizzare erano quelli cipe, per cui era necessaria la relativa delibera nonchè una conferenza Stato-Regione. Questi emendamenti sono stati trasformati in ordini del giorno, poi accolti dal governo in sede di approvazione della legge di stabilità. Questo rifinanziamento non può essere ulteriormente rinviato o ritardato, proprio perché si tratta di una misura che in tutti questi anni ha sempre prodotto risultati significativi ed importanti per la intera comunità e, in particolare, nel Mezzogiorno, con la nascita di tantissime piccole e valide imprese e con tanti nuovi effettivi e stabili posti di lavoro in favore di donne e di giovani disoccupati o alla ricerca di prima occupazione e con effetti assolutamente positivi per tanti giovani professionisti (commercialisti, fiscalisti, consulenti del lavoro) che hanno seguito le relative pratiche”.
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