Quattro rinoceronti uccisi ieri in Namibia. I bracconieri hanno prelevato il corno notoriamente richiesto dalla medicina tradizionale orientale. Una strage, peraltro, del tutto inutile visto che il corno è costituito prevalentemente da cheratina, la stessa proteina di unghia e capelli, diffusissima nel mondo animale.
A diffondere la foto in Italia è Davide Bomben. Il nostro connazionale, esperto di antibracconaggio, è impegnato in Africa con la Poaching Prevention Academy, attiva, oltre che in Namibia, anche in Sudafrica, Kenya, Congo, Zambia, Tanzania ed altri paesi ancora. Si tratta di personale specializzato la cui missione è quella di formare i Rangers per la repressione del bracconaggio.
A sua volta il personale dell’APC viene formato, con un lungo addestramento, dal personale proveniente dalle ex forze speciali UK australiane. Non una compagnia militare, tengono a precisare gli stessi istruttori, ma un’attività formativa e di consulenza.
Il bracconaggio in danno dei rinoceronti ha assunto livelli allarmanti e le stesse prese di posizione di paesi che vengono interessati dal traffico di corni, quali il Vietnam e la Cina, non sono riusciti a fermare un commercio illegale che vede ogni anno vittime numerose centinaia di rinoceronti. Il tutto per un corno di nulla utilità scientifica ma ancora oggi destinato a sorreggere una lucrativa tradizione che non serve ai fini della medicina. I rinoceronti vengono uccisi spesso con l’ausilio di potenti fucili mitragliatori; le motoseghe provvederanno al taglio del corno. Negli interventi di repressione avvenuti in Sudafrica, i bracconieri vengono trovati in possesso di fucili d’assalto ak-47 meglio conosciuti come Kalashnikov dal nome del progettista russo che li ha ideati. Si tratta quasi sempre di povera gente assoldata da potenti organizzazioni criminali transnazionali.