La rottura di un perno destro danneggiato e del conseguente giunto che collega allo sterzo ha causato la sbandata fatale del bus precipitato da un cavalcavia a Mestre il 3 ottobre scorso, provocando la morte di 22 persone.
Questo è emerso oggi durante un incontro con il Procuratore di Venezia, Bruno Cherchi, che ha annunciato la conclusione della fase peritale e la trasmissione degli atti alle parti coinvolte per le successive valutazioni tecniche. La perizia della Procura ha evidenziato che le barriere stradali, a causa della loro vetustà e della mancata manutenzione, non erano in grado di sostenere l’urto. Cherchi ha dichiarato: “È da stabilire il nesso di causalità tra la rottura dello sterzo e lo stato delle barriere”. Al momento, gli indagati sono tre funzionari del Comune di Venezia e l’amministratore delegato de La Linea.
Dalle telecamere interne gli ultimi istanti
Le immagini degli ultimi istanti di vita dei passeggeri del bus ‘Yutong’ sono state documentate da un video delle telecamere di bordo acquisito dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta sull’incidente. Lo ha comunicato il Procuratore Bruno Cherchi. Il magistrato ha chiesto alle parti coinvolte, che avranno accesso al video per fini investigativi, “di non pubblicarlo o diffonderlo”. Cherchi ha sottolineato: “Le immagini sono crude, ci sono minori e persone che muoiono, non è di nessuna utilità per l’opinione pubblica, mi appello al buon senso”.
Le immagini documentano che il pullman viaggiava normalmente sul cavalcavia, quando ha iniziato a scarrocciare sulla destra battendo più volte e seminando pezzi sulle barriere, per poi precipitare.
L’autista era sano
Il comportamento dell’autista è stato giudicato corretto. Secondo i magistrati, le perizie sugli strumenti elettronici a bordo e le immagini del mezzo confermano questa conclusione. L’autopsia e gli ulteriori esami forensi sul cuore di Alberto Rizzo, anche lui deceduto nell’incidente, hanno escluso che il 40enne sia stato colto da malore prima dello schianto. Dall’analisi dei dati sul telefonino e delle immagini delle telecamere, risulta che l’autista ha ricevuto mail e messaggi in quei momenti, ma non ha mai utilizzato il cellulare durante la guida. L’autopsia ha evidenziato che Rizzo è morto a causa dei gravi traumi alla testa subiti nella caduta del bus dal cavalcavia.
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