La vecchia domanda se il denaro faccia la felicità sembra finalmente aver trovato una risposta scientifica. Un nuovo studio di neuroscienze, condotto da due rinomati ricercatori, Daniel Kahneman, premio Nobel per l’economia, e Matt Killingsworth, esperto di studi sulla felicità, pubblicato sulla rivista della National Academy of Sciences, rivela scoperte sorprendenti sul rapporto tra denaro e benessere.
Due tesi contrastanti e una ricerca congiunta
Daniel Kahneman e Matt Killingsworth, partendo da prospettive diverse, hanno deciso di collaborare per risolvere il dibattito sul rapporto tra denaro e felicità. Kahneman credeva che la correlazione tra denaro e benessere si fermasse a 100.000 euro annuali, mentre Killingsworth sosteneva che non ci fosse alcun limite. La loro ricerca congiunta ha portato a scoperte interessanti.
La scoperta del tetto dei 100.000 euro annuali
Lo studio ha rivelato che il tetto dei 100.000 euro annuali esiste, ma solo per il 15% della popolazione che registra alti livelli di infelicità. Per coloro che vivono una condizione di malessere emotivo, l’effetto del denaro sulla felicità è significativo solo fino a questa soglia, al di là della quale diventa insignificante.
L’effetto del denaro sulla felicità in base al livello di benessere emotivo
Contrariamente a quanto ipotizzato da Kahneman, per il 60% della popolazione che si colloca tra il livello medio e il buono di felicità, l’effetto tetto si annulla. Aumentando le disponibilità finanziarie, si riscontrano livelli più elevati di felicità.
L’impatto dell’aumento del reddito sulla felicità
La terza scoperta riguarda il 25% della popolazione che si considera “superfelice”. Tra questi individui, l’aumento significativo del reddito porta a livelli estremamente intensi di benessere. Per questa categoria, i soldi sembrano svolgere un ruolo fondamentale nel raggiungimento della felicità.
La ricetta della felicità per la stragrande maggioranza della popolazione
Secondo questo studio, per l’85% della popolazione, la ricetta della felicità sembrano essere proprio i soldi. Contrariamente alle credenze secolari, una maggiore disponibilità finanziaria si traduce in un aumento del benessere e della soddisfazione personale.
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