Il Requiem aeternam (versetti di Toma’s Luis De Victoria, Missa pro Defunctis Quatuor vocum Missae quattuor, quinque, sex, et octo vocibus) è il canto di apertura che ha accolto il feretro di Silvio Berlusconi nel duomo di Milano dove viene celebrata la cerimonia funebre, secondo il rito Ambrosiano.

Prima lettura

La prima lettura è, invece, quella del profeta Daniele (12, 1-3): “In quei giorni, io Daniele, piangevo e udii questa parola del Signore: In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo. Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sara’ salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro. Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna. I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre”.

Seconda lettura

La Seconda lettura è, invece, la seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (5, 1.6-10) “Fratelli, sappiamo che, quando sarà distrutta la nostra dimora terrena, che è come una tenda, riceveremo da Dio un’abitazione, una dimora non costruita da mani d’uomo, eterna, nei cieli. Dunque, sempre pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo – camminiamo infatti nella fede e non nella visione -, siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore. Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi. Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male”.

Lettura del Vangelo

La Lettura del Vangelo, invece, è stata presa dal Vangelo di Giovanni (6, 37-40); “In quel tempo, il Signore Gesù disse alla folla: Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.

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