Tre tonnellate di scaglie di Pangolino sono state sequestrate nelle scorse ore presso l’aeroporto internazionale di Bangkok, in Tailandia.
Particolarmente complessa la tratta seguita dal carico illegale. Le scaglie, equivalenti a circa 6000 animali, erano state imbarcate a Kinshasa in Congo. Dopo un primo scalo in Turchia erano dirette in Laos, via Tailandia. Secondo l’ONG Freeland avrebbero fruttato nel mercato illegale almeno un milione di dollari. Le scaglie erano occultate all’interno di numerosi sacchi.
La notizia, diffusa nella giornata di ieri, fa però riferimento e tre diverse spedizione fermatie in tempi diversi presso l’aeroporto della capitale Tailandese fin dallo scorso mese di dicembre.
Il sequestro, il più grande mai avvenuto in Tailandia, conferma come i traffici di fauna selvatica, spesso destinati alla la medicina di cosiddetta tradizione, sono ancora molto floridi nonostante i divieti di legge. Il Sud Est asiatico si conferma ancora una volta come uno dei posti più caldi al mondo. E’ proprio di pochi giorni addietro una notizia diffusa dalla Guardia Costiera Filippina relativa al sequestro di cinquantadue chilogrammi di cavallucci marini, trentatrè chilogrammi di oloturie (meglio conosciute come cetrioli di mare) e trenta di pinne di squali.
I Pangolini sono oggetto di intenso bracconaggio che colpisce sia le specie asiatiche che quelle africane. Viene infatti ritenuto che le scaglie, come la carne, possiedano una funzione medicamentosa. Una diceria priva di ogni fondamento ma che rischia di portare all’estinzione il piccolo mammifero.
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