“Un ulteriore uso della politica delle sanzioni può portare a conseguenze ancora più gravi, persino catastrofiche per il mercato energetico globale”. Lo ha detto oggi, venerdì 8 luglio, Vladimir Putin, presidente della Federazione russa.

Putin ha aggiunto che “le sanzioni contro la Russia causano molti più danni ai Paesi che le impongono”. Pensiero che il presidente russo ripete spesso perché, da un lato, osserva l’impennata dei prezzi dell’energia nei Paesi occidentali; dall’altro nota che altri Paesi produttori di petrolio stanno resistendo alle richieste dell’Occidente di incrementare la produzione per compensare l’embargo su quello russo e prevenire l’aumento dei prezzi.

Infatti, Putin ha detto: “Sappiamo che gli europei stanno cercando di sostituire le risorse energetiche russe. Tuttavia, prevediamo che il risultato di tali azioni sia un aumento dei prezzi del gas sul mercato spot e un aumento del costo delle risorse energetiche per i consumatori finali”.

Il presidente russo, incontrando i membri del governo, ha anche esortato le compagnie energetiche russe a prepararsi all’embargo del petrolio contenuto nel pacchetto di sanzioni dell’Unione Europea: “L’altro giorno, come sapete, l’UE ha introdotto un altro pacchetto di sanzioni contro la Russia con l’embargo petrolifero. Le aziende nazionali dovrebbero già essere pronte per questa decisione”, aggiungendo che “dobbiamo lavorare su piani a lungo termine per sviluppare il settore dei combustibili e dell’energia, diversificare le forniture ai mercati del sud e dell’est”, costruendo infrastrutture ad hoc.

Come reazione alle sanzioni, Mosca ha ridotto drasticamente la fornitura di gas all’Europa, sempre molto dipendente dagli idrocarburi russi nonostante gli sforzi recenti di diversificare i fornitori. Tra l’altro, il transito del gas russo attraverso l’Ucraina ha toccato il minimo storico nel mese di giugno.