A un punto morto anche i negoziati sulla Transnistria

Russia e Ucraina non stanno più parlando di pace, la conferma da Mosca e Kiev

La Russia e l’Ucraina non stanno più negoziando per la pace, “in nessuna forma”. Lo ha affermato oggi, martedì 17 maggio, il vice ministro degli Esteri russo Andrey Rudenko, citato dall’agenzia di stampa Interfax: “I negoziati non sono in corso. L’Ucraina si è praticamente ritirata dal processo negoziale”, ha spiegato.

Lo stop al processo negoziale è stato confermato anche dal capo della delegazione di Kiev, Mikhaylo Podolyak, come riportato da Ukrinform. Se i colloqui dovessero riprendere, ha spiegato, “il moderatore potrebbe essere il presidente Zelensky”. Podolyak ha spiegato che l’Ucraina “non darà nulla per salvare la faccia di Putin: la società ha già pagato un prezzo enorme”.  Sempre Podolyak, su Twitter, ha anche affermato: “83 giorni di difesa del Mariupol passeranno alla storia come le Termopili del XXI secolo. I difensori di Azovstal hanno rovinato il piano russo di catturare l’est dell’Ucraina. Questo ha completamente cambiato il corso della guerra”.

C’è stato, poi, un colloquio tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, durante il quale si è parlato della possibilità di aumentare la pressione delle sanzioni su Mosca. Zelensky su Twitter ha scritto: “Colloqui produttivi. Discusso sulla situazione in prima linea, su ulteriori pressioni sulla Russia, sull’aumento delle sanzioni, sulle prospettive di pace. Ci attendiamo l’ulteriore assistenza della Germania sulla strada per una piena adesione dell’Ucraina all’Unione Europea“.

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Infine, la Russia ha comunicato che ha raggiunto “un punto morto” anche il processo negoziale sulla Transnistria nel formato 5-2, cioè quello che comprende Russia, Ucraina, OSCE, Moldavia, Transnistria, USA e UE. Lo ha affermato il già citato Rudenko: “Purtroppo, anche qui il processo negoziale ha raggiunto un binario morto. Per quanto ne sappiamo, è improbabile che l’incontro abbia luogo a maggio”. Si teme, quindi, che la Russia possa decidere di intervenire militarmante anche in quell’area.

 

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