Incontro alla Camera

Riforme, M5S dice no alla Meloni su elezione diretta del Capo dello Stato o del premier

Oggi, martedì 9 maggio, alla Camera, l’incontro tra Giorgia Meloni e le opposizioni sulle riforme.

Il primo è stato quello con il Movimento 5 Stelle, rappresentato dal presidente Giuseppe Conte, dai capigruppo di Senato e Camera, Stefano Patuanelli e Francesco Silvestri, e dai due capigruppo nelle commissioni Affari Costituzionali di Senato e Camera, Alessandra Maiorino e Alfonso Colucci.

La presidente del Consiglio dei Ministri, come si è appreso, ha esordito così: “Grazie per aver accettato questo invito. Il governo, come voi sapete, ha da sempre nel proprio programma l’idea che per mandato dovrà lavorare a una riforma istituzionale, sulla quale però credo sia importante a monte cercare un dialogo più ampio possibile con le forze parlamentari”.

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L’ex premier, però, ha espresso contrarietà, a nome del M5S, all’elezione diretta del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio.

“Non c’è una condivisione delle soluzioni”

Conte ha poi affermato: “Abbiamo condiviso la diagnosi su alcune criticità del nostro sistema. Noi riconosciamo queste criticità, a partire dal problema dell’instabilità degli esecutivi. Siamo assolutamente consapevoli che questo è un problema che dovremmo risolvere, come è un problema anche quello di garantire al Parlamento un percorso più funzionale. Il tema è che, almeno da questo primo incontro, non è venuta fuori una condivisione delle soluzioni. Da parte nostra siamo disponibili a un rafforzamento dei poteri del premier, ma in un quadro che si conservi equilibrato e che non mortifichi la funzione parlamentare”.

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Invece, “siamo disponibili per quanto riguarda il metodo al dialogo in una commissione parlamentare costituita ad hoc, raccomandiamo questo percorso”, aggiungendo che “abbiamo invitato il presidente Meloni a mantenere una interlocuzione perché a colpi di maggioranza una ambizione di ridefinire in modo rivoluzionario l’assetto costituzionale non è assolutamente raccomandabile”.

“Nel concreto, abbiamo dato undici proposte specifiche al governo, volte ad evitare cambi di casacca, a promuovere anche una maggioranza partecipazione dei cittadini grazie al rafforzamento degli istituti referendari propositivi”.

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