Lungo applauso in Aula alla Camera quando il deputato Giorgio Trizzino (M5S) ha ricordato il pediatra Giuseppe Liotta, disperso vicino a Corleone (Palermo) a seguito dell’ondata di maltempo dei giorni scorsi, mentre andava a lavorare in ospedale.
Secondo Trizzino “Liotta é stata dimenticato anche dall’informazione, che in questi giorni non ne ha parlato”. “Noi continueremo a cercarlo con le nostre mani nel fango finché non lo troveremo – ha aggiunto – voglio ringraziare tutti quelli che come Giuseppe Liotta muoiono per andare al loro posto di lavoro”.
Il medico era partito sabato pomeriggio da Palermo per raggiungere l’ospedale di Corleone per prendere servizio.
Nei pressi del Ponte del Drago dove ci sarebbe le sorgenti del Belice Sinistro l’auto sarebbe stata bloccate dalle acque che avevano invaso la carreggiata.
Il medico a questo punto dopo una telefonata alla moglie avrebbe deciso di chiudere l’auto, una Tiguan di colore bianco e cercare di riparo. Da quel momento non si sono più avuto notizie.
“Si trattava di un giovane medico che ha perso la vita per adempiere al proprio dovere, ma i Tg nazionali di ieri sera non gli hanno dedicato neanche una parola – ha sottolineato ancora Trizzino -. Ancora non lo abbiamo trovato e continuiamo a cercarlo e il dolore della sua compagna di vita rimane impresso nello sguardo dei soccorritori e di noi tutti. Un dolore silenzioso che si percepisce netto in quella campagna desolata dove ormai scorrono gli ultimi rigagnoli di quella terribile alluvione. La scomparsa di Giuseppe ha fatto meno scalpore dei danni alla foresta degli abeti rossi del Friuli. Una storia, quella di Giuseppe, che forse colpisce meno dei violini di Stradivari che vengono costruiti con quel legno. Ma Giuseppe era un uomo ed un medico eccezionale che ha voluto mettere a repentaglio la propria vita pur di arrivare in orario al proprio posto di lavoro in ospedale. Un eroe dei nostri giorni, come lo ha definito il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, di cui forse si farebbe bene a parlare di più e con maggiore rispetto. Come lui molti altri professionisti che con coraggio affrontano giornalmente ogni difficoltà pur di non arrendersi. È questa l’Italia che ci deve rappresentare. È questo il Paese che vogliamo, fatto di persone che fanno semplicemente il loro dovere e non si sottraggono al sacrificio. Senza retorica ma con semplicità ci piacerebbe che almeno se ne parlasse, magari al posto dei vari ‘cavalieri del lavoro’ ed altri personaggi che sono lontani da questo modello di vita. A proposito, giovedi mattina il Presidente della Repubblica nominerà i nuovi Cavalieri del Lavoro e sarebbe molto importante per tutti coloro che lavorano se potesse ricordare in quella circostanza anche Giuseppe che forse è quello che meriterebbe più di ogni altro questa onorificenza. Alla Rai vorrei ricordare che è finito il tempo delle notizie che devono solo fare scalpore. Certo raccontare la storia degli abusi edilizi nella provincia di Palermo è più premiante in termini di ascolto che parlare di Giuseppe di cui ancora non si trova il corpo. Ma noi vogliamo continuare a cercare nel fango finché non troveremo Giuseppe” ha concluso.
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